lunedì 16 giugno 2014

Non vi è un rischio bluff. Non vi sono dubbi. E' un bluff.

STRATEGIE
Quanto sia sincera la disponibilità pentastellata al dialogo sulla legge elettorale, messa nero su bianco sul blog di Beppe Grillo, è ancora presto per dirlo. Il rischio bluff, insomma, esiste. Nonostante l'ex comico abbia lanciato il 16 giugno il suo Democratellum.
La vera intenzione del M5s, uscito ammaccato dalle Europee, potrebbe infatti essere solo quella di mettere all’angolo Matteo Renzi e, quindi, dimostrare che il premier non è in grado di rompere l’accordo con Silvio Berlusconi.
UN'APERTURA A DOPPIO TAGLIO. Una mossa che, però, potrebbe anche dare una mano al premier. In fondo il leader democrat sa bene che ormai l’Italicum non si regge più in piedi. Soprattutto dopo la débâcle elettorale del centrodestra. E la spinta di Forza Italia per il presidenzialismo.
La disponibilità dei 5 stelle sulla carta pare una manna dal cielo. Un assist che offrirebbe a Renzi la possibilità di rilanciare sulla legge elettorale, giocando su più fronti.

La proposta di Grillo alletta la minoranza dem

Una cosa, comunque, è evidente: la strategia del Movimento questa volta spariglia le carte. E non tanto sul merito della proposta che i grillini hanno elaborato in Rete e sono pronti a portare al tavolo della trattativa con il premier (una convergenza sul proporzionale, infatti, non esiste). Quanto, più che altro, sul metodo: stop agli accordi chiusi e ritorno al confronto aperto a tutti. È proprio questo l’amo vincente lanciato dal duo Grillo-Casaleggio. E gli effetti cominciano già a vedersi. Soprattutto in casa Pd, dove non sono pochi gli esponenti (civiatiani e bersaniani, in primis) che hanno sempre osteggiato l’Italicum e storto il naso di fronte all’accordo che sembrava blindato con Berlusconi.
CIVATI OTTIMISTA. Il dem Pippo Civati, per esempio, parla di «notizia positiva, almeno come predisposizione mentale». Mentre sui contenuti, la sua posizione rimane ancorata all’uninominale maggioritario. «Nell’ottica dell’uno vale uno», dice il deputato lombardo aLettera43.it, «può nascere in concreto una possibilità di dialogo sulle riforme».
Sul rischio bluff taglia corto: «Se così fosse stavolta sarebbe davvero l’ultima per Grillo. Tutto può essere una trappola in politica. Di contro, però, Renzi è uno che se ne intende…».
Allo stato attuale, insomma, bisogna aspettare i fatti: «Se la proposta dei 5 stelle è sincera», rincara la dose Civati, «allora, vorrei tanto che, dopo questo passo sulla legge elettorale, il Movimento uscisse allo scoperto pure in Senato riguardo la proposta di riforma Chiti, sulla quale aveva aperto».
IL PESO DEI 5 STELLE. Certo, «tradizionalmente il Pd preferisce Berlusconi a Grillo», conclude Civati, «ma, visto che Renzi i voti li pesa non potrà non tener conto, oltre che del suo risultato alle Europee, anche di quello di Grillo che ha retto e di Berlusconi che ha perso. Dunque, il 21% del M5s varrà qualcosa, no?».
Se il sogno proibito di Grillo e Casaleggio è quello di riuscire a spaccare il Pd con la strategia dell’incontro sulla legge elettorale, questo desiderio rimarrà inesaudito. Va detto subito. Altra cosa, invece, è la mossa di ringalluzzire tutti i dialoganti dem. Su questo fronte, infatti, il M5s è già riuscito nel suo intento.
D'ATTORRE DIFFIDA DI BERLUSCONI. «La strategia del comico ligure», dice il bersaniano Alfredo D’Attorre, «aiuta la posizione di chi, come me e tanti altri, dialoga con tutti ed è contrario al confronto in esclusiva con Berlusconi». Anche perché «è probabile che l’ex premier farà saltare il tavolo. Un confronto aperto, invece, ha più possibilità di arrivare a una conclusione positiva».
Che sui contenuti le divergenze siano tante non è una novità: «È chiaro che bisogna trovare un equilibrio tra rappresentatività e governabilità. Se l’Italicum è troppo sbilanciato su una governabilità forzata e artificiale, il proporzionale lo è altrettanto sulla rappresentatività», riflette D’Attorre. Che rilancia: «Bisognerà prima di tutto verificare se quella di Grillo sia solo tattica. Ma qualora si trattasse di un sincero cambio di passo, dalla polemica distruttiva alla disponibilità, allora sì che potrebbe iniziare un dialogo serio». La mossa del leader pentastellato, insomma, potrebbe «servire a riportare il confronto nei luoghi deputati e orientare la discussione su soluzioni ragionate quali il Mattarellum modificato».

L'asse dei dialoganti si estende a Sel e fuoriusciti M5s

La parola chiave per comprendere le aperture dei grillini, in effetti, è proprio il dialogo. L’obiettivo strategico potrebbe essere quello di creare un asse trasversale di dialoganti, che vada ben al di là del Pd. Un fronte sul quale, a ben vedere, il M5s ha buone possibilità di mettere a segno il colpo.
FRATOIANNI: «SENZA B SPAZIO IMPORTANTE». Anche Sinistra ecologia e libertà sarebbe in gioco. Non a caso il segretario Nicola Fratoianni parla di «disponibilità interessante». «Se si archiviassero l’Italicum e l’accordo con Berlusconi», spiega, «e il confronto fosse riportato in parlamento, si aprirebbe uno spazio importante». A patto che «non si passi da un accordo chiuso con Berlusconi a un altro altrettanto blindato con Grillo».
FUORIUSCITI PENTASTELLATI. Persino i fuoriusciti del M5s, che si sono appena costituiti nel gruppo al Senato Italia lavori in corso, sarebbero della partita. «Noi siamo sempre stati aperti al dialogo e non è una novità, dal momento che siamo stati espulsi proprio per la nostra propensione al confronto», afferma categorico il senatore Lorenzo Battista. «Continueremo a essere coerenti. Anche se dovessimo sederci a un tavolo a cui partecipa pure il M5s. Senza rinunciare, naturalmente, alle nostre posizioni sulla riforma elettorale».
Certo, Battista non nasconde le sue perplessità sul merito: «Da un lato il maggioritario, dall’altro il proporzionale. Penso sia difficile trovare una sintesi tra bianco e nero con chi non accetta scale di grigi», conclude. Non senza esternare il suo dubbio: «E, poi, bisognerà prima capire se queste aperture del Movimento non siano solo un bluff. Non vorrei svegliarmi tra una settimana e sentire di nuovo Grillo parlare dell’ebetino di Firenze che fa accordi solo con il condannato Belrusconi».
Lunedì, 16 Giugno 2014

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...