domenica 23 marzo 2014

Tutti gli uomini del Presidente. E chi è il candidato sindaco per Formigoni a Pavia? Indovinate un po'. Trivi chi? Passato da Abelli a Formigoni.

DOPO GLI ARRESTI

Infrastrutture lombarde, «in Regione sapevano»

Inchiesta su consulenze e appalti. Alcune mail di Rognoni chiamano in causa la Giunta Formigoni.

I vecchi vertici della Regione Lombardia sono stati chiamati in causa dall'inchiesta su Infrastrutture lombarde che il 21 marzo ha portato all'arresto dell'ex direttore generale Antonio Rognoni.
Da alcune email scambiate tra lo stesso Rognoni e l'avvocato Carmen Leo nel 2008 «si ottiene la definitiva conferma che i conferimenti dei contratti legali erano chiaramente viziati, ma si denota soprattutto la piena consapevolezza di tutte le parti in causa di agire in un ambito di diffusa illegalità, compresi i vertici della Regione Lombardia».
Lo si legge nell'ordinanza con cui il gip ha dato il via libera agli arresti: ciò ha chiamato in causa la Giunta guidata dall'allora governatore Roberto Formigoni ed è di particolare rilevanza visto che tra le accuse ai vertici di Infrastrutture lombarde c'era anche quella di truffa ai danni della Regione.
MAIL SULLE CONSULENZE. Agli atti dell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dai pm Antonio D'Alessio e Paola Pirotta, c'è una email del dicembre del 2008, il cui testo è stato sequestrato dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf al responsabile Ufficio gare Pier Paolo Perez nell'ottobre del 2012. Nel messaggio l'avvocato Carmen Leo, arrestata il 21 marzo, riferiva a Rognoni «l'esito di una riunione che si era tenuta in Regione Lombardia nella quale era stato affrontato proprio l'argomento delle consulenze legali che Ilspa (Infrastrutture Lombarde, ndr) si avviava a conferire» a beneficio di una serie di professionisti.
PRESENTE SALA. «Caro Antonio», scriveva Leo, «alla riunione erano presenti: Zucaro, Vivone, Colosimo, Sala». I primi due erano all'epoca due avvocati dell'ufficio legale del Pirellone, il terzo un dirigente regionale del settore acquisti e contratti. Maurizio Sala, infine, chiarisce il giudice, era «dirigente dell'Unità Organizzativa Normativa e Amministrativa della Regione». Circostanza da cui, secondo il gip, «emerge che l'attività di controllo è stata svolta dall'organismo di controllo interno della Regione nel mese di febbraio del 2008».
Dopo la riunione in Regione, Rognoni, secondo l'accusa, in relazione all'affidamento «degli incarichi di consulenza legale», avrebbe deciso di fare un «avviso pubblico», ma sarebbe stato soltanto «l'ennesimo malizioso espediente per poter continuare a gestire tranquillamente gli affidamenti a favore dei medesimi professionisti».
«DIFFUSA ILLEGALITÀ». Sala, scriveva Leo nella email a proposito della riunione in Regione per risolvere la questione, «vorrebbe scrivere anche una frase in cui si dice che Ilspa non ha personale assunto in grado di svolgere il lavoro affidato all'esterno». I documenti sequestrati (c'è anche una mail del febbraio 2008) denotano per il gip la consapevolezza «di tutte le parti in causa di agire in un ambito di diffusa illegalità, compresi i vertici della Regione Lombardia».
MARONI VUOLE CHIAREZZA. Sulla vicenda è intervento anche l'attuale presidente lombardo Roberto Maroni, che ha chiesto chiarezza e ha detto che la Regione «non ha nulla da nascondere». Per lunedì 24 marzo, ha annunciato, verranno scelti i nuovi vertici di Infrastrutture lombarde.

Il gip: «Ascendente di Daccò sulla società»

Inoltre dall'ordinanza di custodia cautelare emerge un altro particolare: Pierangelo Daccò, il faccendiere condannato a nove anni di carcere per il crac del San Raffaele e rinviato a giudizio per il caso Maugeri assieme a Formigoni, avrebbe avuto anche «un certo ascendente» in Infrastrutture Lombarde.
Lo dimostrerebbe una telefonata intercettata del responsabile dell'Ufficio gare e appalti della società.
Secondo il giudice, infatti, «non è affatto improbabile» che Daccò «potesse avere un certo ascendente pure in Ilspa visti i contenuti di un'intercettazione telefonica» del 24 aprile 2012, «registrata sull'utenza cellulare in uso» a Pier Paolo Perez, responsabile dell'Ufficio gare e appalti della società, finito anche lui in carcere.
COMPORTAMENTI DI FAVORE. Nell'ordinanza, tra l'altro, il gip riporta anche tutti quei «comportamenti di favore assicurati per lungo tempo» da Rognoni «alla società Poliedrika srl delle sorelle Erica e Monica Daccò», figlie del faccendiere. Nella telefonata dell'aprile 2012 poi, spiega il gip, Perez «conversa» con tale Cristina Dall'Orto «della decisione di Rognoni di affidare ad un nuovo consulente esterno la realizzazione del nuovo sito internet della società».
COINCIDENZA CON L'INCHIESTA MAUGERI. I due ironizzavano, chiarisce il gip, «sul fatto che il precedente affidatario sarebbe stato 'portato' in Ilspa dai Daccò e che, per tale motivo, il motivo di cambiar consulente avrebbe potuto ingenerare il pensiero che fosse opportuno 'cancellare' quanto prima ogni traccia che potesse eventualmente ricondurre a loro». E ciò perché in quei giorni emergevano sulla stampa dettagli sull'inchiesta Maugeri.
Venerdì, 21 Marzo 2014

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