Ex Pip nel mirino di Crocetta: ricchi e parenti di boss fra i 30 mila “precari”
Li chiamano "Ex Pip" (sigla che sta per "piano di inserimento professionale"), sono i 30 mila precari che prendono un assegno mensile dalla Regione Sicilia. Dovrebbero essere disoccupati e indigenti, invece fra loro ci sono personaggi legati alla mafia e falsi poveri
Pubblicato il 25 marzo 2014 15.20 | Ultimo aggiornamento: 25 marzo 2014 15.20
di Redazione Blitz
PALERMO – Li chiamano “Ex Pip” (sigla che sta per “piano di inserimento professionale”), sono i 30 mila precari che prendono un assegno mensile dallaRegione Sicilia. Dovrebbero essere disoccupati e indigenti, invece fra loro ci sono personaggi legati alla mafia e falsi poveri. Come quello che incassa 853 euro al mese ma dichiara un reddito familiare di 175 mila euro all’anno e ha residenza a Villa Sperlinga, zona bene di Palermo. Nello stesso quartiere c’è un altro “precario” che prende dalla Regione 500 euro al mese ma ha un reddito di 500 mila euro all’anno. Quartieri bene e malavita, tutti nel calderone degli ex Pip, come il fratello del boss arrestato con pistola e guanti di lattice nel cruscotto.
Sono i casi rilanciati da Felice Cavallaro sul Corriere e denunciati dal governatore della Sicilia Rosario Crocetta, che ha ingaggiato una guerra agli sprechi:
«Quello dell’ultimo precario con 500 mila euro in tasca è l’emblema degli sprechi che una parte del sistema politico vorrebbe continuare a tenere in piedi. Una vera e propria ingiustizia sociale, che premia i ricchi sottraendo ai poveri risorse che devono essere destinate alla solidarietà».
Per gli oppositori quella di Crocetta, abile comunicatore e scafato politico, è solo “una mega operazione mediatica per non mantenere l’impegno preso degli 832 euro al mese”, dice il consigliere comunale Mimmo Russo, al quale Crocetta replica:
«Russo li fa manifestare per fare riassumere, tra gli altri, la propria moglie esclusa dagli elenchi Pip per superamento del reddito». E il Masaniello dei precari: «Dal governatore solo parole per i giornali. Lo sfido, sono pronto a presentare la lettera di dimissioni di mia moglie se lui riammetterà gli altri lavoratori esclusi ingiustamente dal sostegno al reddito».
Fra chi non merita di prendere sussidi o stipendi pubblici ci sono sicuramente i mafiosi:
Perché sarebbero diversi i boss e i parenti di mafiosi fra i cosiddetti «ex-Pip» del progetto «Emergenza Palermo», una cooperativa di ex detenuti destinatari dell’assegno di 832 euro. Un bacino di 2.900 precari dei quali il governo Crocetta ne ha espulsi 200: 88 per avere superato il reddito, 87 per altre anomalie, 25 considerati privi «di requisiti morali e buona condotta». Fra questiFabio Pispicia, arrestato il 18 marzo con pistola e guanti di lattice, fratello del boss di Porta Nuova. In corso indagini della Procura sugli altri. «Attenti, indagini obbligate, ma la parentela non è reato e l’inchiesta è appena cominciata», suggerisce il procuratore aggiunto Leonardo Agueci.
Bisogna, in ogni caso, evitare l’eccesso opposto, e non assegnare l’etichetta di mafiosi o falsi poveri a tutti i 30 mila ex Pip
come spiega nel palazzo assediato il presidente dell’Assemblea regionale Giovanni Ardizzone, intransigente su un punto: «Senza fare di tutta l’erba un fascio, bisogna bloccare chi non ha diritti e incentivare ogni controllo come bene opera il governo». E il palazzo assediato? «Non deve impressionarci. Siamo davanti a difficoltà grandi. Ma bisogna lasciare che governo e parlamento lavorino con serenità, senza considerare le pressioni. Perché spesso sotto le pressioni il parlamento ha sbagliato». Taglio autocritico non molto diffuso nel Palazzo dove i precari presentano il conto, come si sgola una signora svelando il patto di sempre: «Prima ci chiedono i voti e ora ci cacciano».
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