28/03/2014
Sanità e istruzione: ecco come fanno salire il reddito
In Italia l’effetto è simile a quello negli Usa, che però hanno livelli di spesa e tasse ben diversi
I beni pubblici, come si sa, sono beni prodotti e offerti dalle pubbliche amministrazioni e pagati con tasse, imposte sul reddito e altre tariffe più o meno di mercato. Il loro effetto, spesso ignorato, è quello di aumentare per via indiretta il livello di consumo e il reddito disponibile delle famiglie. Utilizzando un approccio che valuta il valore dei beni pubblici (sanità, istruzione, diversi servizi sociali) al costo di produzione, si può stimare di quanto varia il reddito disponibile di una famiglia media grazie al contributo della loro fornitura.
In Italia i calcoli dell’Ocse sembrano suggerire un aumento vicino al 25% del reddito disponibile, un valore non dissimile a quello di uno Stato ben più “liberista” come gli Stati Uniti, che però ha livelli di spesa pubblica e di tassazione ben differenti. Tenendo a mente che il calcolo non permette di identificare eventuali sprechi, essendo i beni pubblici valutati appunto al costo effettivo, sembra che la politica economica pubblica italiana sia più concentrata sulla redistribuzione fra famiglie e gruppi sociali, che alla fornitura di beni e servizi di una qualche utilità per il consumatore finale. In assenza di una metodologia chiara per individuare sacche di inefficienza nella produzione di beni e servizi pubblici, possiamo solo immaginare che l’effetto reale di questi ultimi nell’espandere le potenzialità di consumo delle famiglie sia ben minore di un non già esaltante 25%.
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