Obama lascia Roma, Grillo lo attacca: "Vuole vendere gas e teme i tagli agli F35"
Prima della partenza il saluto del sindaco Marino che lo ha invitato a tornare a giugno per i 70 anni della Liberazione. In Arabia Saudita il presidente Usa affronterà la questione della guerra in Siria
La questione degli F35. Un attacco diretto ai colloqui di ieri fra Obama e il premier Renzi. Un incontro nel quale sono stati affrontati diversi temi dell'agenda politica italiana. Primo fra tutti la questione dei tagli alla Difesa e il caso degli F35. Tanto che oggi il vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Ben Rhodes, ha fatto sapere che il presidente americano, Barack Obama, "è rimasto colpito dal piano di riforme del premier italiano Matteo Renzi e dal suo impegno verso l'Europa e l'Alleanza Atlantica". Questioni che secondo il leader di M5S, il presidente Usa non dovrebbe affrontare. Un tema quello degli F35 ancora una volta al centro della discussione e oggi il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha lasciato intendere che verranno acquistati dall'Italia.
Dopo la fitta giornata di ieri, nel corso della quale ha avuto un lungo colloquio con il papa ed ha incontrato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, questa mattina Obama ha lasciato Roma. Potrebbe tornare presto, a giugno. E' la possibilità profilata dal sindaco della capitale, Ignazio Marino, al termine del breve colloquio di saluto avuto con Obama all'aeroporto, qualche minuto prima della partenza per Riad.
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L'invito di Marino. "L'ho invitato a tornare il 4 giugno 2014 giorno in cui celebreremo i 70 anni dell'ingresso delle truppe Usa a Porta Maggiore per liberare Roma", ha detto ai microfoni di Skytg24. La risposta del presidente americano "è stata molto positiva, ha mostrato grande interesse ai programmi culturali che avremo per l'occasione - ha aggiunto il sindaco - . La risposta di Obama mi è sembrata positiva, si è interessato ad alcuni programmi culturali e mi ha detto che d'estate è un buon momento per tornare nella capitale. Anzi, che ogni scusa è buona per tornarci. Abbiamo parlato del mio lavoro svolto negli Usa, a Pittsburgh, e Obama mi ha detto che era contento di avere un 'Pittsburgh guy' a Roma scherzi a parte, mi è sembrato possibilista sul ritorno a Roma a giugno".
Marino ha salutato brevemente anche il segretario di Stato Usa, John Kerry. Sull'Air Force One, insieme ad Obama, è salito anche Kerry, che accompagna il presidente in Arabia Saudita dove dovrà dissipare i timori della monarchia wahabita per il disgelo tra Washington e Teheran e sanare le divergenze sull'approccio alla guerra in Siria.
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