martedì 25 marzo 2014

Un articolo da leggere con attenzione.

L’euro forte fa paura anche la Germania

di  - 25/03/2014 - L'apprezzamento della moneta unica sul dollaro inizia a spaventare anche l'economia tedesca secondo Bild Zeitung

L’euro forte fa paura anche la Germania<1/4>

L’euro forte fa paura anche la Germania
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L’euro troppo caro inizia a far paura anche all’unica economia europea che ha passato la crisi finanziaria quasi senza problemi. In Germania la moneta unica che quota intorno ad 1,40 sul dollaro procura qualche pensiero negativo, nonostante la tradizionale preferenza dell’establishment tedesco per una moneta stabile capace di contenere il costo delle importazioni.
Bremerhaven Is Europe's Biggest Port For Car Exports
EURO CARO - L’apprezzamento dell’euro sembra poter far convergere, se non le economie dell’unione monetaria, quantomeno le opinioni degli osservatori. Nella periferia dell’eurozona così come in paesi pilastri dell’UE c’è sempre più preoccupazione per una moneta così cara nei confronti delle altre valute internazionali, che rende più difficile il recupero di competitività delle economie più deboli, impegnate da tempo in un’opera di svalutazione interna. La riduzione del costo del lavoro registrata in vari paesi dell’eurozona serve per poter realizzare con un cambio fisso ciò che prima dell’unione monetaria veniva realizzata utilizzando la leva monetaria. L’euro caro non piace alla Francia, come ha dichiarato lo stesso governatore della banca centrale. Per la prima volta da un po’ di tempo anche in Germania si registra qualche preoccupazione per il corso dell’euro, che in queste settimane ha sfiorato il suo record sul dollaro, arrivando in prossimità di quota 1,40. Le preoccupazioni degli economisti per un rincaro così marcato della moneta unica – un anno fa l’euro stava a 1,29 sul dollaro - sono riportate in un pezzo di Bild.
IL RITORNO DEL TEURO - Quando l’euro fu introdotto a inizio dello scorso decennio la sua accoglienza in Germania fu molto fredda. L’economia tedesca era in stagnazione, e la pressione inflazionistica sulla moneta unica determinata dalle numerose economie in crescita dell’unione monetaria nei primi anni del 2000 coniò il concetto di «teuro», ovvero il caro euro, un gioco di parole tra il nome della moneta unica e l’aggettivo teuer, che vuole dire appunto caro, costoso, apprezzato. Come rimarca Bild Zeitung, la maggior parte degli osservatori è concorde sul 2014 come un anno positivo per l’economia tedesca. La maggior parte delle stime indicano una crescita non lontana dal 2%, un incremento del Pil piuttosto significativo se paragonato al resto dell’eurozona, ancora intrappolato in una fase di stagnazione post recessione. L’unica ombra sulla crescita 2014 dell’economia teutonica è però il caro euro, che potrebbe determinare una flessione delle esportazioni, il settore dove la Germania domina tradizionalmente.
CARO EURO E ESPORTAZIONI - Il rincaro dell’euro provoca una perdita di competitività del Made in Germany, che è penalizzante anche quando gli accordi commerciali sono firmati fissando un rapporto di cambio. In caso di apprezzamento il margine di guadagno infatti si riduce. Per l’economia tedesca il problema è però meno rilevante rispetto a quello degli altri paesi europei, vista la sua specializzazione in settori dall’alto contenuto tecnologico. La sensibilità ai prezzi non è uguale per tutte le merci: chi esporta abbigliamento o prodotti alimentari sconta maggiormente l’apprezzamento della moneta rispetto ad economie che vendono macchinari industriali o automobili. Ciononostante le associazioni imprenditoriali intervistate da Bild evidenziano come in alcuni mercati, come quelli dei paesi emergenti, il corso così forte dell’euro potrebbe provare più di un problema. Un sospiro di sollievo arriva invece dal Giappone, dove l’export tedesco è calato di pochissimo nonostante il massiccio deprezzamento dello yen, favorito dalla politica monetaria espansiva della banca centrale nipponica.
CORSO DELL’EURO - Secondo  il capo economista della banca regionale Helaba dei Land Assia e Turingia un po’ di sollievo verrà provocato dalla discesa dell’euro nei prossimi mesi. Come rimarca Christian Apelt, la moneta unica appare sempre più forte, ma non è assolutamente consolidata, almeno per quanto riguarda il rapporto con l’euro. Per Alpert infatti le differenze nei tassi di crescita così come di interesse che si registrano tra eurozona e Stati Uniti indicano in modo chiaro un corso più equilibrato tra la valuta comune dell’UE ed il dollaro, che dovrebbe iniziare un percorso di apprezzamento. Secondo Dekabank questa stima è troppo ottimistica, o pessimista a seconda dei punti di vista, dato che gli analisti di questo istituto tedesco confermano a Bild come il rapporto tra euro e dollaro non cambierà in modo sensibile nel prossimo futuro, anche se anch’essi si attendono un deprezzamento, per quanto molto moderato.Se è vero che gli Usa cresceranno più dell’eurozona, l’unione monetaria è rilevata in ripresa, e il consistente surplus commerciale conseguito in questi anni rende difficile una discesa significativa del suo rapporto di cambio con le altre valute.

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