Senato, giustizia, economia: Napolitano appoggia Renzi sulle riforme
Giorgio Napolitano e Matteo Renzi. Presidente della Repubblica e presidente del Consiglio si sono incontrati mercoledì scorso in serata per discutere delle prossime mosse del governo. Ufficialmente nulla è trapelato, ufficiosamente, invece, dagli ambienti quirinalizi è arrivato un sostanziale via libera all’agenda riformatrice decisa dal premier.
Secondo il Corriere della Sera, infatti, durante il faccia a faccia tra i due Napolitano avrebbe esordito Renzi a proseguire sulla strada delle riforme, a cominciare da quella del Senato, passando per quella del lavoro e finendo con la giustizia. Proprio relativamente alle riforme istituzionali, il capo dello Stato ha manifestato apprezzamento per l’approvazione in prima lettura del nuovo Senato, considerando il testo Boschi un buon compromesso che garantisce la democraticità pur accelerando il processo decisionale.
Per quanto riguarda i provvedimenti di natura economica, vero e proprio tema cardinale vista la recessione in cui versa il paese, il Quirinale attenderà il 29 agosto, giorno in cui verrà annunciato il decreto “Sblocca Italia”. Tuttavia, la sola presenza di Padoan è già una garanzia per il presidente, vista la competenza e l’autorevolezza di cui gode l’ex membro del Fondo monetario internazionale.
Altro provvedimento che il Quirinale attende di sondare è la riforma della giustizia: “Una modernizzazione strategica” – così è stata presentata a via Arenula – che contempla già i primi provvedimenti, di cui il presidente della Repubblica ragionerà nei prossimi giorni con il ministro Guardasigilli, Andrea Orlando.
Infine l’Europa: nel semestre di presidenza italiana dell’Unione, Napolitano guarda con molta attenzione a Bruxelles. Anche perché le politiche di austerity fortemente volute negli scorsi anni cominciano a essere messe in discussione. E allora sembra il momento giusto per far sì che il gruppo socialista (di cui il Pd è il principale azionista) prema per mettere in discussione i parametri stringenti fissati dai Trattati. Da domani, dunque, il premier Renzi dovrà negoziare la partita con pazienza e senza arroccamenti, confrontandosi con tutti.
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