Pensioni, sindacati contrari al prelievo. Dal Pd prime aperture. Cesare Damiano: intervento solo oltre i 90 mila euro lordi
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Giù le mani dalle pensioni. È questo il coro che si leva dal fronte sindacale dopol'apertura del ministro del Lavoro Poletti ad un possibile prelievo sulle pensioni più alte. "Il governo dovrà spiegare bene al
Paese, ai cittadini perchè mette una nuova tassa. E' un altra tassa, perchè non si può intervenire sul pregresso, e quindi dovrebbe introdurre per i pensionati un'altra tassa, come se già non ne pagassero di salate, come se già non pagassero contributi di solidarietà, non ottenendo, negli ultimi tempi, nemmeno la rivalutazione", ha detto il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni a "Prima di tutto" su Radio 1. "Mi sembra una iniziativa eccessiva. Invece di intervenire sulle municipalizzate mangiasoldi, abbeveratoio della politica, si scatena un meccanismo di tensioni sociali, di contrapposizione fra chi ha una pensione da 500 euro e chi da 2.500. Questa è una cultura becera, che deve finire".
Paese, ai cittadini perchè mette una nuova tassa. E' un altra tassa, perchè non si può intervenire sul pregresso, e quindi dovrebbe introdurre per i pensionati un'altra tassa, come se già non ne pagassero di salate, come se già non pagassero contributi di solidarietà, non ottenendo, negli ultimi tempi, nemmeno la rivalutazione", ha detto il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni a "Prima di tutto" su Radio 1. "Mi sembra una iniziativa eccessiva. Invece di intervenire sulle municipalizzate mangiasoldi, abbeveratoio della politica, si scatena un meccanismo di tensioni sociali, di contrapposizione fra chi ha una pensione da 500 euro e chi da 2.500. Questa è una cultura becera, che deve finire".
Analogo il giudizio del Segretario generale dell'Ugl, Geremia Mancini: "Renzi si regali un giorno da leone e Dichiari finalmente guerra agli sperperi della politica in modo da poter lasciar perdere i pensionati e i lavoratori, che hanno già dato molto più di quanto dovevano". "Ancora una volta - prosegue Mancini - il governo annuncia e si appresta a compiere scelte a danno degli 'ultimi', incapace di incidere sui poteri forti, incapace di eliminare sperperi e inutili costi della politica, incapace di interpretare le reali esigenze della gente".
Secondo Repubblica, il piano del governo consisterebbe in un prelievo per gli assegni superiore ai 3500 euro netti al mesi. Ipotesi non smentita direttamente dal governo anche se questa mattina il presidente del Consiglio, attraverso il suo account Twitter, ha sembrato respingere al mittente, riferendosi anche alla presunta trattativa con Bruxelles per ottenere maggiore flessibilità, qualsiasi progetto a cui l'esecutivo starebbe lavorando sottotraccia.
Sul fronte politico, mentre Forza Italia boccia l'ipotesi ("Approccio recessivo" secondo il presidente della Commissione Finanze Daniele Capezzone, dal Pd arriva una prima apertura. È quella dell'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, secondo cui la soglia per interventi sulle pensioni "potrebbe essere quella individuata dal governo Letta: 90.000 euro lordi" anche come "somma di più pensioni percepite. Superata tale soglia - ha spiegato in una intervista a Repubblica - si può intervenire con un prelievo sulla parte eccedente, a condizione che le risorse risparmiate vadano o a migliorare le pensioni più basse o a risolvere il problema dei cosiddetti esodati".
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