venerdì 22 agosto 2014

Rinunciate ad un miliardo e 800 milioni di distacchi all'anno e vedrete che ci saranno i soldi per tutti i cassaintegrati d'Italia. I nullafacenti sindacalisti sono contro il prelievo di solidarietà da parte di chi in pensione prende 3500 euro netti al mese. Perché non vanno a raccontarlo ai cassaintegrati senza lavoro né stipendio. Certo vi è la lotta all'evasione. Ma purtroppo con la lotta all'evasione non si prelevano soldi subito considerato che vi sono ricorsi e contro ricorsi che durano non meno di cinque anni.

Cgil: 530mila lavoratori in cassa da inizio anno, bruciati 2,5 miliardi

Secondo il report del sindacato, tra gennaio e luglio sono state richieste e autorizzate quasi 650 milioni di ore di cassa integrazione. Le persone coinvolte hanno subito un taglio della busta paga da 4mila e 700 euro netti. Meccanica, commercio ed edilizia i più colpiti. "In atto deindustrializzazione del Paese"

MILANO - Poco meno di 650 milioni di ore di cassa integrazione, richieste e autorizzate, e per oltre la metà fatte di cassa straordinaria, messe a segno nel periodo che va da gennaio a luglio. Un monte ore di cig che relega in cassa a zero ore circa 530 mila lavoratori da inizio anno, che hanno subito un taglio del reddito pari a 2,5 miliardi di euro, ovvero quasi 4 mila e 700 euro netti in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore. Questi alcuni dati delle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell'Osservatorio cig della Cgil nazionale nel rapporto di luglio.

Secondo il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, "ancora una volta registriamo un trend medio di ore richieste, stabile da anni sulle 80 ore al mese, che punta anche per quest'anno a superare la soglia di un miliardo di ore. Un segnale inequivocabile di una crisi strutturale, come emerge chiaramente dall'andamento della cassa straordinaria". Per la dirigente sindacale di corso d'Italia "difesa e rilancio del sistema produttivo, tutela e creazione di lavoro, devono essere il binomio strategico per portare il paese fuori dalla crisi. Meccanica, commercio e edilizia, risultano essere i settori più colpiti. Il governo non perda altro tempo e rilanci subito una politica industriale". A livello territoriale, il Nord è maggiormente coinvolto con la Lombardia in testa, poi Piemonte e Veneto.

Eppure se si guarda alle ore, nei primi sette mesi dell'anno si è visto un saldo del -7,78% sullo stesso periodo dello scorso
anno. Da inizio anno la cassa ordinaria ha segnato un -29,86% sul periodo gennaio-luglio del 2013, mentre quella straordinaria (riferita cioè a crisi aziendali particolarmente rilevanti o a procedure fallimentari) è salita di quasi il 20% e quella in deroga è scesa del 26%.

Continua dunque a crescere il numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di cassa straordinaria. Da gennaio a luglio sono state 4.897 per un +27,86% sullo stesso periodo del 2013 e riguardano 9.084 unità aziendali territoriali (+32,25%). Nello specifico si registra un aumento dei ricorsi per crisi aziendale (2.354 decreti da inizio anno per un +5,18% sui primi sette mesi del 2013) che rappresentano il 49,07% del totale dei decreti, un deciso aumento di ricorsi al concordato preventivo (372 per un +195,24%) e al fallimento (155 per un +44,86%). Crescono le domande di ristrutturazione aziendale (132 per un +3,94%) e di riorganizzazione aziendale (149 per un +8,76%). Sottolinea lo studio della Cgil che "gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende continuano ad essere irrilevanti e in diminuzione, pari al 5,74% del totale dei decreti (erano il 6,89% nel 2013). Un segnale evidente, e sottovalutato, del processo di deindustrializzazione in atto nel paese".

 
(22 agosto 2014)

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