Pensioni e salari pubblici, sindacati pronti a un autunno rovente
Tagli agli assegni? La Spi Cgil: «Pazienza finita, ci mobiliteremo». Ma il governo: «Basta la Fornero».
ALLARME
Giù le mani da pensioni e salari del pubblico impiego.
Non appena è spuntata l'idea di interventi del governo per reperire nuovi fondi, i sindacati hanno alzato le barricate.
Tutte le sigle hanno avvisato il premier Matteo Renzi, preannunciano un «clima incandescente» in autunno.
La Cgil si è detta pronta «alla mobilitazione» se l'esecutivo dovesse mettere ancora le mani sugli assegni pensionistici.
IL TESORO RASSICURA. Dal canto suo, il vice ministro all'Economia Enrico Morando ha rassicurato: «La riforma della previdenza pubblica è stata già realizzata, non c'è bisogno di farne un'altra». Il riferimento è alla contestatissima legge Fornero.
Basterà come rassicurazione? Il presidente del Consiglio aveva twittato: «I giornali di agosto sono pieni di progetti segreti del governo. Talmente segreti che non li conosce nemmeno il governo».
Eppure da qualche parte le risorse per rendere permanenti gli 80 euro del bonus fiscale bisogna trovarle.
I SINDACATI: «ERRORE MADORNALE». Le categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato un messaggio chiaro: intervenire sullo stipendio degli statali «è un errore madornale», che accenderebbe «alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva una reazione fortissima».
Per risolvere il problema e sbloccare gli scatti salariali occorrerebbero tra i 4 e i 5 miliardi di euro.
L'aggiornamento dovrebbe essere infatti triennale (2015-2017).
D'altra parte il blocco prosegue dal 2010, con una perdita media di circa 4 mila euro per dipendente, secondo il responsabile Settori pubblici Cgil, Michele Gentile.
LA SPI CGIL: «LA PAZIENZA È FINITA». Intanto continuano a tenere banco le pensioni e sono tornati all'attacco i sindacati: «Ci mobiliteremo, la pazienza è finita», ha detto il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Catone.
Duro anche il leader della Uil, Luigi Angeletti, secondo cui «intervenire sulle pensioni da un punto di vista politico sarebbe un gesto di disperazione, il segno di un governo giunto al capolinea».
IL PD: «SOTTO I 5 MILA NON SI TOCCA». E la politica? Cesare Damiano (Partito democratico) ha chiesto di non toccare gli assegni sotto i 5 mila euro netti, mentre il Nuovo centrodestra con Maurizio Sacconi non ha lasciato nessuno spazio bollando la faccenda come «un infortunio di mezza estate».
Dopo un'estate fredda, si attende un settembre caldissimo.
Non appena è spuntata l'idea di interventi del governo per reperire nuovi fondi, i sindacati hanno alzato le barricate.
Tutte le sigle hanno avvisato il premier Matteo Renzi, preannunciano un «clima incandescente» in autunno.
La Cgil si è detta pronta «alla mobilitazione» se l'esecutivo dovesse mettere ancora le mani sugli assegni pensionistici.
IL TESORO RASSICURA. Dal canto suo, il vice ministro all'Economia Enrico Morando ha rassicurato: «La riforma della previdenza pubblica è stata già realizzata, non c'è bisogno di farne un'altra». Il riferimento è alla contestatissima legge Fornero.
Basterà come rassicurazione? Il presidente del Consiglio aveva twittato: «I giornali di agosto sono pieni di progetti segreti del governo. Talmente segreti che non li conosce nemmeno il governo».
Eppure da qualche parte le risorse per rendere permanenti gli 80 euro del bonus fiscale bisogna trovarle.
I SINDACATI: «ERRORE MADORNALE». Le categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato un messaggio chiaro: intervenire sullo stipendio degli statali «è un errore madornale», che accenderebbe «alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva una reazione fortissima».
Per risolvere il problema e sbloccare gli scatti salariali occorrerebbero tra i 4 e i 5 miliardi di euro.
L'aggiornamento dovrebbe essere infatti triennale (2015-2017).
D'altra parte il blocco prosegue dal 2010, con una perdita media di circa 4 mila euro per dipendente, secondo il responsabile Settori pubblici Cgil, Michele Gentile.
LA SPI CGIL: «LA PAZIENZA È FINITA». Intanto continuano a tenere banco le pensioni e sono tornati all'attacco i sindacati: «Ci mobiliteremo, la pazienza è finita», ha detto il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Catone.
Duro anche il leader della Uil, Luigi Angeletti, secondo cui «intervenire sulle pensioni da un punto di vista politico sarebbe un gesto di disperazione, il segno di un governo giunto al capolinea».
IL PD: «SOTTO I 5 MILA NON SI TOCCA». E la politica? Cesare Damiano (Partito democratico) ha chiesto di non toccare gli assegni sotto i 5 mila euro netti, mentre il Nuovo centrodestra con Maurizio Sacconi non ha lasciato nessuno spazio bollando la faccenda come «un infortunio di mezza estate».
Dopo un'estate fredda, si attende un settembre caldissimo.
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