venerdì 22 agosto 2014

Che sia cacciato dal parlamento uno così. Una vergogna per tutto il nostro popolo. Un ignorante più ignorante del suo padrone.

L’Isis secondo Di Battista
Il grillino rilancia: tutta colpa degli americani
E le opposizioni vogliono le dimissioni


Dalla Redazione
Il deputato grillino Alessandro Di Battista torna a commentare la crisi iraquena. E forse riesce a fare un pieno di critiche anche maggiore rispetto a quanto fatto la prima volta. Era il giorno successivo a Ferragosto quando Di Basttista aprì al dialogo: “Con i terroristi bisogna interloquire”. Questa volta va oltre e dice la sua sul perché (il suo) si sia giunti all’esecuzione del reporter americano James Foley: “La violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dal giornalista Usa è in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib“. Ma c’è di più perché secondo Di Battista le azioni estremiste degli islamisti sono da addebitare alle azioni “imperialistiche” degli Stati Uniti d’America. E giù fiumi di polemiche da ogni dove. Lo difende invece Beppe Grillo.
Ecco il post del grillino Di Battista
“La violenza indecente, barbara, inaccettabile subita” da James Foley è “in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib”. Così in un post Alessandro Di Battista torna a parlare di Iraq legando, attraverso una serie di passaggi, la morte del reporter all’ “imperialismo” Usa.”Ho ricevuto ogni genere di insulto in questi giorni. “Terrorista”, “assassino”, “soggetto pericoloso per la società”. Un giornale ha anche scritto che avrei intenzione di farmi esplodere in una metro. Il tutto per aver espresso delle idee, riportato dei fatti e provato a “capire”, un atto che rivendico con tutto me stesso. Mi domando cosa possa succedere se dovessi mai compiere uno di quei reati tanto cari ad esponenti di quei partiti che i giornali che mi hanno infangato portano sul palmo della mano. Qualcuno, in rete, mi ha anche augurato di fare la fine di quel povero reporter americano”.

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