Matteo Renzi in Iraq: "L'Europa deve essere qui, non volta le spalle ai massacri. Qua è come Srebrenica"
L'Europa in questi giorni deve essere qui, altrimenti non è Europa, perché chi pensa che la Ue volti le spalle davanti ai massacri, impegnata solo a pensare allo spread, o sbaglia previsione o sbaglia semestre. Matteo Renzi giunge a Baghdad e incontra il premier uscente Nouri al Maliki nel palazzo presidenziale dentro la zona verde. Renzi, che è nella sua doppia veste di premier italiano e di presidente di turno della Ue, ha espresso amicizia e vicinanza al governo e al popolo iracheno. C'è uno spirito di amicizia tra i nostri popoli e i nostri governi, oggi è arrivato il sesto aereo di aiuti umanitari, ha ricordato Renzi.
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Il premier ha anche sottolineato come l'integrità della regione e dell'Iraq è fondamentale per la stabilità di tutta l'area. Al Maliki ha citato il suo passo indietro dalla premiership come un atto dovuto. "Non dovete avere paura della democrazia in Iraq - ha affermato il premier uscente - è una democrazia giovane, ma noi ci teniamo". Renzi, a margine degli incontri ufficiali, ha spiegato che "se qualcuno pensasse che davanti ai massacri l'Europa volta le spalle e pensa solo allo spread, beh, quel qualcuno ha sbagliato previsione. Oppure ha sbagliato semestre".
Renzi ha poi incontrato il premier incaricato Haider Al Abadi, a cui ha detto che l'Europa deve essere nei posti come in Iraq dove la democrazia è messa in pericolo. È importante, per Renzi, individuare una strategia chiara per far uscire l'Iraq dalla violenza. La conversazione tra i due primi ministri è stata, spiegano fonti italiane, concentrata sui temi della sicurezza e della lotta al terrorismo con riferimento anche alla drammatica decapitazione del giornalista americano Foley per mano dei jihadisti.
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Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha incontrato, nel corso della sua visita a Baghdad, anche il presidente iracheno Fouad Masoum, di etnia curda. Dopo Baghdad, il premier ha raggiunto Erbil per un colloquio con il presidente del governo regionale del Kurdistan iracheno Massud Barzani.
La dedica di Matteo Renzi sul libro degli ospiti del palazzo presidenziale di Erbil
"Questa battaglia noi la vinceremo, voi la vincerete". Ha detto Renzi durante il suo incontro nel palazzo presidenziale con il Presidente Massoud Barzani e il primo ministro, proprio mentre le Camere davano il via libera all'invio di armi ai curdi. "È una battaglia, quella contro il terrorismo, che sta nel cuore stesso dell'Europa, non ai suoi confini. L'Europa sa bene da che parte stare, come ha dimostrato nel recente Consiglio Affari Esteri a Bruxelles. Barzani ha espresso grande preoccupazione per la tragedia umanitaria dei profughi. Il Presidente curdo ha citato un dato: l'altro giorno hanno individuato 272 mine in soli 4 km. Barzani ha quindi espresso gratitudine e grande riconoscimento al ruolo dell'Italia e dell'Europa: "Siete stati i primi" ha detto rivolto al premier italiano.
"Avevo 20 anni - ha detto Renzi prima di lasciare Ebril e fare ritorno in Italia - la comunità internazionale rimase zitta e ferma davanti al genocidio di Srebrenica. Molti della mia generazione giurarono 'mai più'. Ora la situazione è diversa ma ciò che succede in alcune zone dell'Iraq e della Siria è uguale ad un genocidio: donne divisi dagli uomini, bambini fucilati, giornalisti decapitati". Il premier ha aggiunto: "L'Europa può permettersi tutto tranne il silenzio perché la battaglia qui è nel cuore dell'Europa".
La visita di Renzi è stata criticata dal Movimento 5 Stelle. In prima persona è stato Beppe Grillo lanciare l'hashtag #IraqStaiSereno e a invitare i suoi follower a commentare la notizia.
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