Matteo Renzi ai curdi in Iraq: «Non vi lasceremo soli»
Visita lampo del premier a Bagdad e Erbil. «Siete stati i primi», ha spiegato il presidente del governo regionale del Kurdistan iracheno Masud Barzani
Mentre le Commissioni Esteri e della Difesa danno il loro ok all’invio di armi ai curdi il presidente del Consiglio Matteo Renzi è arrivato in visita in Iraq. Renzi si sta recando in queste ore a Bagdad e Erbil in qualità di presidente di turno del semestre europeo oltre che di premier italiano. «Per l’amicizia tra i nostri popoli e per la libertà e la pace in tutta la regione, contro il fanatismo e la violenza» ha scritto il presidente del Consiglio nella dedica sul libro degli ospiti del palazzo presidenziale di Erbil, fotografata e postata su Twitter dal suo portavoce.
SUPERVISIONE SU INVIO ARMI IN IRAQ – Il premier iracheno uscente Nuri al Maliki ha avuto dal premier Renzi rassicurazioni sull’impegno dell’Italia a rispettare «la sovranità irachena» e a far sì che «il governo centrale sovrintenda agli aiuti, particolarmente le forniture di armi», comprese dunque quelle per i curdi. Spiega una nota diffusa dall’ufficio di Al Maliki.
L’AGENDA DI RENZI – Oltre al sì italiano oggi sulla questione irachena uno degli obiettivi della presidenza italiana in Ue è quella di parlare in modo univoco su specifiche questioni estere. «L’Europa – ha precisato Renzi – non è solo Maastricht e spread, i nostri aiuti umanitari sono lì, sempre più i confini dell’Europa (la Libia, l’Ucraina, il Mediterraneo, il Medio Oriente e l’Iraq) sono questione centrale per l’Europa». L’agenda della visita irachena (che dovrebbe concludersi in serata) è iniziata con un incontro bilaterale a Bagdad con il presidente iracheno Fuad Masuum, con il premier incaricato di formare il nuovo governo Haidar Al Abadi e con il premier uscente Nuri Al Maliki. Ad Erbil Renzi ha incontrato il presidente del governo regionale del Kurdistan iracheno Masud Barzani visitando un campo profughi.
«SIETE STATI I PRIMI» – Nell’incontro, svoltosi nel palazzo presidenziale di Erbil, Renzi ha sostenuto che la battaglia contro il terrorismo sta nel cuore stesso dell’Europa, non ai suoi confini. Barzani ha espresso grande preoccupazione per la tragedia umanitaria dei profughi, citando il fatto che l’altro giorno sono state individuate 272 mine in soli 4 chilometri. Il governatore della regione curda ha espresso, spiegano fonti italiane, gratitudine per la visita del premier italiano e grande riconoscimento al ruolo dell’Italia, che, ha evidenziato, è stata la prima ad visitare la regione in un momento così drammatico, e l’Europa: «Siete stati i primi», ha detto, appena visto il premier italiano.
“Sono qui – ha risposto Renzi – non solo come premier italiano ma anche come espressione dell’Europa. Sono fiducioso per il vostro futuro e non vi lasceremo soli», ha poi aggiunto il presidente del Consiglio rispondendo a un profugo nel corso della sua visita al campo di Bahrka a Ebril.
“Sono qui – ha risposto Renzi – non solo come premier italiano ma anche come espressione dell’Europa. Sono fiducioso per il vostro futuro e non vi lasceremo soli», ha poi aggiunto il presidente del Consiglio rispondendo a un profugo nel corso della sua visita al campo di Bahrka a Ebril.
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