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ROMA - Fa discutere la proposta dei tagli alle pensioni “d’oro e d’argento” calcolate con il vecchio metodo retributivo.Subito dopo le anticipazioni diRepubblica di oggi, arriva un coro di no al provvedimento. Molto critici i sindacati. Per Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, intervistato da "Prima di tutto" su Radio 1, "il governo dovrà spiegare bene al Paese, ai cittadini perché mette una nuova tassa per i pensionati, come se già non ne pagassero di salate, come se già non pagassero contributi di solidarietà, non ottenendo, negli ultimi tempi, nemmeno la rivalutazione. Mi sembra una iniziativa eccessiva. Invece di intervenire sulle municipalizzate mangiasoldi, abbeveratoio della politica, si scatena un meccanismo di tensioni sociali, di contrapposizione fra chi ha una pensione da 500 euro e chi da 2.500. Questa è una cultura becera, che deve finire".

Sindacati furiosi. "Renzi si regali un giorno da leone e dichiari finalmente guerra agli sperperi della politica in modo da poter lasciar perdere i pensionati e i lavoratori, che hanno già dato molto più di quanto dovevano", ha ribadito il segretario generale dell'Ugl, Geremia Mancini, spiegando come "ancora una volta il Governo annuncia e si appresta a compiere scelte a danno degli ultimi, incapace di incidere sui poteri forti, incapace di eliminare sperperi e inutili costi della politica, incapace di interpretare le reali esigenze della gente".

Forza Italia: "Basta tasse". Anche da Forza Italia arriva forte scetticismo sull'ipotesi di rivoluzionare le pensioni d'oro. "Occorre guardare l'insieme delle misure realizzate da Renzi, oltre a quelle che ora sarebbero sul suo tavolo. Tra quelle purtroppo già sciaguratamente realizzate, figurano la conferma e l'aumento della tassa sulla casa, l'aumento della tassa sul risparmio, l'aumento di una 'tassa' anomala sui telefonini, e un provvedimento sulle accise che pone le basi per un probabile aumento delle sigarette. Ora sarebbe allo studio anche un intervento sulle pensioni". Così in una nota Daniele Capezzone (FI) presidente della commissione Finanze della Camera, che ha sottolineato: "Per fare gettito consistente, il governo dovrebbe colpire pure le pensioni sui 2000-2500 euro, e si tratterebbe di un errore politico ed economico gigantesco, a maggior ragione in un momento di crisi". Sulla stessa linea la deputata Daniela Prestigiacomo: "Sarebbe un errore politico e privo di effetti a livello economico".

La misura sulle pensioni d'oro. Come riporta Repubblica di oggi, il governo starebbe pensando a un prelievo di solidarietà sulla differenza tra l’assegno pensionistico che si riceve in base alle regole pre riforma Dini (1996) e l’importo teorico che si sarebbe invece maturato applicando il metodo contributivo, quello adottato integralmente per i lavoratori più giovani. Nelle casse previdenziali potrebbe arrivare così un miliardo l’anno destinato a sostenere il reddito di coloro che a pochi anni dalla pensione perdono l’occupazione (gli esodandi) ma anche (almeno fino al suo totale superamento) la cassa integrazione in deroga che oggi garantisce un’indennità soprattutto ai lavoratori delle piccole imprese in crisi. Non è nemmeno escluso che una parte degli introiti possa essere dirottata a rafforzare le pensioni minime. Dipenderà tutto dalle risorse (che potrebbero salire anche a un miliardo e mezzo l’anno) e dunque dall’ampiezza della platea dei lavoratori coinvolti.

TAGLIO ALLE SUPERPENSIONI - Il piano del governo


Sì e no nel Pd. A questo proposito, ci sono voci contrastanti anche nel Pd. Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera ed ex ministro del Lavoro, in un'intervista a Repubblica si dice "assolutamente contrario al prelievo indiscriminato sulle pensioni per cifre non meglio precisate, per il solo fatto che sono state definite con il sistema retributivo. C'è il rischio che così si vadano a colpire le pensioni medie". La soglia delle "pensioni d'oro", ha continuato Damiano, "potrebbe essere quella individuata dal governo Letta: 90mila euro lordi. A condizione che le risorse risparmiate vadano o a migliorare le pensioni più basse o a risolvere il problema dei cosiddetti esodati". Mentre, in un colloquio con La Stampa, per Stefano Fassina, della sinistra Pd, "c'è poca consapevolezza dell'effettivo ammontare che si potrebbe raccogliere. Anche col governo Letta abbiamo messo un contributo di solidarietà significativo su quelle molto alte, ma il gettito è stato qualche decina di milioni. Chi vuole raccogliere qualche miliardo, vuole aggredire quelle sopra i 2500 euro netti. Che questi anni hanno già perso potere d'acquisto".

La smentita di Renzi. Del resto era stato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, domenica scorsa in un'intervista al Corriere, ad accennare all'ipotesi di taglio delle pensioni d'oro per dare respiro a lavoratori più in difficoltà. Ma oggi il premier e segretario del Pd, Matteo Renzi, ha apparentemente smentito queste ricostruzioni. In una serie di tweet ha sottolineato come "i progetti del Governo non sono segreti. Iniziamo dalla giustizia a cominciare da quella civile che oggi civile non è. Ne parliamo?". Il secondo: "C'è poi lo #sbloccaitalia che riguarda infrastrutture, energia, autorizzazioni pubbliche, finanza per investimenti. Ne parliamo?". E infine: