lunedì 18 agosto 2014

Ancora una volta sono in perfetta sintonia con Gad Lerner.

Guido Tabellini e il ribasso dei salari: un economista all’antica

DOMENICA, 17 AGOSTO 2014
Con la ben nota chiarezza di cui gli va dato merito, l’ex rettore della Bocconi, professor Guido Tabellini, divenuto consulente economico di Palazzo Chigi, oggi interviene due volte sui rimedi alla recessione senza fine: con un editoriale su “Il Sole 24 Ore” e con un’intervista a “Il Fatto”. Ribadisce che per lui piuttosto che una ristrutturazione del debito sarebbe meglio, per assurdo, uscire dall’euro. Che bisogna tagliare la spesa pubblica (ferrovie e poste al primo posto) per procedere a sgravi fiscali da destinare innanzitutto alle imprese. Tesi già note. Mi ha colpito invece la motivazione con cui Tabellini indica come priorità assoluta la riforma del mercato del lavoro. Si tratta di smontare i meccanismi del contratto nazionale di lavoro, in modo da consentire alle imprese più deboli di pagare meno i loro dipendenti. Dice proprio così, precisando, con supposto buon senso: meglio essere pagati meno che licenziati.
Mi auguro che a Palazzo Chigi prendano le distanze da questa impostazione vetero-liberista che ha già dato i suoi pessimi frutti nelle politiche economiche dei governi precedenti. Mi inchino all’autorevolezza di Tabellini ma fatico a credere che le difficoltà in cui versano tante imprese italiane possano essere superate pagando meno i loro dipendenti.

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