venerdì 6 giugno 2014

Tutto questo possibile grazie all'assenza di un sindacato consociativo che difende solo i propri distacchi ed i propri privilegi.

Gli Usa recuperano i posti di lavoro del pre-crisi. Effetto-Draghi, giù lo spread

Negli States la disoccupazione resta al 6,3%, minimo dal 2008, e con i nuovi posti creati a maggio il mercato del lavoro recupera i livelli pre-crisi. Le nuove iniezioni di liquidità della Bce comprimono i rendimenti dei titoli decennali italiani sotto il 2,8%, gli spagnoli affiancano quelli del Regno Unito. Piazza Affari chiude in rialzo dell'1,54%. In Germania, la Buba alza le stime di crescita per il 2014 ma delude la produzione industriale

MILANO - L'intervento massiccio della Bce guidata da Mario Draghi contro la deflazione comprime il rendimento dei titoli di Stato italiani: la promessa di liquidità aggiuntiva per le banche europee - che dovrebbero però essere incentivate a impiegarla nel sostegno all'economia reale - porta denaro sul comparto obbligazionario e lo spread tra Btp e Bund tedeschi si restringe. Dall'altra parte dell'Atlantico, l'economia Usa crea 217mila nuovi posti di lavoro a maggio e riesce così a recuperare gli 8,7 milioni che erano stati bruciati con la crisi economica, inaugurata per gli annali dal fallimento di Lehman Brothers del settembre 2008, quando dalla banca d'affari americana i dipendenti iniziarono a uscire con gli scatoloni in mano.

La Bce ha annunciato una nuova sforbiciata al tasso di rifinanziamento principale allo 0,15%, mentre per la prima volta quello sui depositi (la liquidità che le banche tengono 'bloccata' all'Eurotower) è passato in negativo dello 0,1%. Inoltre, verranno effettuate delle aste di liquidità con una base di 400 miliardi di euro circa, con meccanismi premiali per chi aumenta la propria erogazione di credito, mentre si accelerano le preparazioni per l'acquisto di pacchetti di crediti generati dalle imprese ed erogati dalle banche. Tutte azioni che devono passare alla prova del nove della realtà, con il rischio che gli
istituti di credito siano ancora i grandi beneficiari piuttosto che le imprese e le famiglie. Sta di fatto che il differenziale tra Btp e Bund infrange al ribasso la soglia di 140 punti base a quota 139, per un rendimento dei titoli decennali che scende fino al 2,73%, nuovo minimo storico, prima di chiudere al 2,74%. IntantoStandard&Poor's ha confermato per l'Italia il rating Bbb/A-2 con outlook negativo. Benefici, nel frattempo, anche sui titoli di Stato spagnoli, la cui differenza di rendimento rispetto ai tedeschi arriva a 127 punti base, livello inferiore a quello della Gran Bretagna.

Le buone notizie per gli investitori arrivano anche dagli Stati Uniti. Il tasso di disoccupazione Usa è rimasto stabile in maggio al 6,3%, ai minimi dal 2008, con l'economia che ha creato 217 mila nuovi posti di lavoro: si tratta del quarto mese di fila di solido aumento. Bisogna però ricordare che il tasso di partecipazione alla forza lavoro è ancorato al 62,8%, ai minimi di quasi 30 anni. E' stato leggermente limato il dato di aprile, con 282mila nuovi posti, ma resta comunque il miglior mese da due anni. Nel complesso, i dati sono al di sopra delle attese per 210mila posti di lavoro e per un tasso al 6,4%. Per di più, nell'economia americana non si sono mai viste a maggio 138,5 milioni di buste paga: risulta ormai colmato il vuoto di 8,7 milioni di posti persi con la crisi.

Positive le novità anche dalla Germania: la Bundesbank, la banca centrale, ha alzato la propria previsione di crescita per la locomotiva economica europea all'1,9% nel 2014. La precedente stima prevedeva un aumento del Pil dell'1,7%. Per il 2015, invece, la previsione resta invariata al 2% e per il 2016 all'1,8%. La bilancia commerciale tedesca di aprile ha invece registrato un surplus di 17,7 miliardi, con le importazioni in aumento dello 0,1% e le esportazioni del 3% su mese. Quella della Gran Bretagna ha registrato un deficit di 8,9 miliardi di sterline. Tornando alla Germania, la produzione industriale è salita meno delle aspettative: +0,2% ad aprile, dopo il -0,6% di marzo (dato rivisto dall'iniziale -0,5%) e contro un atteso incremento dello 0,4%. In Spagna, la produzione è salita dell'1,6% ad aprile, con tutti i settori industriali in espansione. 

In questo contesto, i mercati si muovono in terreno positivo e accelerano con i dati Usa. Milano chiude in rialzo dell'1,54% superando la soglia di 22mila punti ai massimi dal maggio 2011 grazie al comparto bancario, con le popolari sugli scudi. A Londra l'indice Ftse 100 sale dello 0,66%, a Francoforte il Dax avanza dello 0,4%, a Parigi il Cac guadagna lo 0,71%. Wall Street è in rialzo, grazie appunto ai dati sul mercato del lavoro, a nuovi massimi: il Dow Jones si apprezza dello 0,4% come lo S&P, mentre il Nasdaq avanza dello 0,5%.

Piazza Affari è sotto i riflettori Mediaset, che gioca due partite importanti: la lotta con Sky ed Eurosport per l'assegnazione dei diritti della Serie A e il posizionamento in Spagna, con Telefonica che vuole il 100% di Digital + e potrebbe pagare 325 milioni al Biscione, che ne custodisce il 22%. Terna potrebbe invece muoversi a seguito della scelta di Crédit Suisse di abbassare il rating a "underperform". Debole Mps, che chiude in calo dell'1,95% in scia all'aumento di capitale da 5 miliardi con uno sconto del 35% circa con un prezzo di sottoscrizione di 1 euro. 

Chiusura in leggero rialzo per l'euro sopra quota 1,36 dollari. La moneta unica passa di mano a 1,3640 dollari guadagnando qualcosa anche nei confronti dello yen a 139,84 yen. 

La Borsa di Tokyo, in mattinata, ha terminato la seduta stabile (-0,01%), in un mercato poco sorpreso dalle misure decisa dalla Bce ieri e in attesa delle statistiche americane sull'occupazione. L'indice Nikkei è sceso di 2,13 punti a 15.077,24; l'indice Topix ha guadagnato lo 0,15%, cioè 1,82 punti a 1.234,57. Attività media con 2,10 miliardi di azioni scambiate sul primo mercato, poco mossi anche gli altri listini asiatici. Sul fronte macro, l'indice anticipatore giapponese ad aprile ha segnato un calo di 0,5 punti su mese, dal 107,1 di marzo a 106,6 di aprile. 

Quanto infine alle materie prime, il petrolio a luglio aggiunge lo 0,43% a 102,91 dollari al barile. L'oro ad agosto torna a guadagnare: segna un +0,14% a 1.255 dollari l'oncia.

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...