venerdì 6 giugno 2014

I due statisti. Mancano solo Totò e Peppino.

Farage crede nel patto con i 5 Stelle: 

«Beppe è una mente politica acuta»

Il leader dell’Ukip: «Banchieri e burocrati ci vogliono divisi. Noi fascisti? Non siamo né di destra né di sinistra. Votavo i Verdi perché erano anti Europa»

di Emanuele Buzzi

Vuole togliersi di dosso un’etichetta ingombrante, quella di uomo della discordia, come viene dipinto da una parte del Movimento 5 Stelle. Lui, Nigel Farage, 50 anni, leader dell’Ukip, il partito indipendentista inglese che alle Europee ha preso quasi il 27%, potrebbe essere il primo (e più importante) alleato dei 5 Stelle in Europa. Di sicuro, Farage è in linea con Beppe Grillo nell’attaccare Matteo Renzi («I suoi commenti sulla necessità di costruire gli Stati Uniti d’Europa e sul fatto che non c’è via d’uscita da questo progetto mi dimostrano, francamente, che è come tutti gli altri», dichiara) e Silvio Berlusconi («Non capisco come mai un giorno sia a favore del progetto Ue e il giorno dopo dica che l’Italia dovrebbe uscire dall’Euro»). Lui e il leader Cinque Stelle si sono visti la settimana scorsa a Bruxelles per gettare le basi del loro asse europeo.
«Da tempo mi affascina il lavoro politico di Grillo e sono rimasto colpito quando l’ho incontrato — dice Farage al Corriere —. Ha una mente politica acuta. Quello che mi ha impressionato di più è stata la sua passione nitida per la democrazia diretta».

Farete un’alleanza?

«Sì, sono relativamente fiducioso. Entrambi vogliamo che funzioni. L’alternativa è rimanere tra i non-iscritti con meno tempo di parola, nessuna presidenza nelle commissioni, meno fondi e senza una segreteria preparata e professionale».

Cosa pensa di quei parlamentari pentastellati che hanno espresso disappunto per questa idea?

«Col dovuto rispetto credo che dovrebbero smettere di ascoltare le informazioni sbagliate sull’Ukip diffuse dai loro nemici politici. Ai grandi banchieri e ai burocrati a Bruxelles piacerebbe vederci divisi perché in un gruppo insieme possiamo creare molti problemi».

Cosa succederebbe se i Cinque Stelle andassero coi Verdi?
 «Sarebbe un disastro per loro, sommersi in una amara brodaglia verde e agli ordini di una linea di voto che non vogliono. I Verdi negli anni 80 erano euroscettici e anti-militaristi. Li ho votati allora. Ma oggi sono un miscuglio di fanatici federalisti europei, tra i sostenitori più ferventi della guerra in Siria e Libia. Appoggiano l’euro. Coi Verdi la loro libertà politica sarebbe perduta».

Una parte degli attivisti 5 Stelle ha simpatie di centrosinistra, altri vi accusano di fascismo.

«L’Ukip non è né di destra né di sinistra. Noi siamo oltre la semplice classificazione ma sopra a tutto vogliamo una democrazia nazionale per la nostra gente. Ricerche hanno mostrato che l’Ukip è il partito più votato tra il proletariato, anche più dei laburisti. Perché? Ci ergiamo a difesa della gente comune che sta perdendo il lavoro e vede il suo stipendio ridursi».

Come riuscirete a restare uniti se voi e il M5S sarete liberi di combattere le vostre battaglie?
«Viva la differenza! Amo la diversità. La bellezza dell’Europa è la sua varietà di lingue, culture, cibi, vini, nazionalità e partiti politici. Un grande arazzo composto da differenti tessuti e colori. Formiamo un capolavoro maestoso. Ma coi 5 Stelle abbiamo molte battaglie comuni: contro l’euro, l’austerità e il Fiscal Compact».

Cosa accadrà se vi scontrerete con il M5S su temi importanti come le politiche sull’immigrazione?

«Ogni partito nel gruppo avrà libertà di voto su qualsiasi argomento. Non si tratta di un partito politico ma di un matrimonio di convenienza strategico e pragmatico, una scelta intelligente. Come altri 200 Paesi al mondo, l’Ukip vuole che il Regno Unito possa decidere il numero e i requisiti di coloro che giungono nel nostro Paese a prescindere dalle loro origini. È una questione di spazi, non di razza».

Accetterà le regole di rotazione dei ruoli interne al Movimento?

«Certamente, è una questione di loro competenza».

Crede nella democrazia diretta? Il sistema del M5S si basa su votazioni online: è questo il futuro
?«Sì, l’Ukip ha sostenuto in modo convinto a lungo i referendum locali e nazionali. La democrazia diretta per noi è una questione di principio. Ogni Paese può sviluppare il suo modo di fare le cose e il sistema di votazione online sviluppato dai M5S è innovativo ed efficace».

Pensa che l’Italia stia uscendo dalla crisi finanziaria?

«Penso che l’Italia si è impantanata nella valuta sbagliata; sia la ripresa a lungo termine sia la crescita sostenibile non dureranno finché questo problema non sarà risolto».

Lei è convinto che il Regno Unito debba lasciare l’Unione Europea: crede che possa essere una buona soluzione anche per l’Italia?

«Non mi piace che gli Stati siano condizionati da persone che la gente non può votare o rimuovere con elezioni democratiche. Quello che l’Italia fa a questo proposito è una scelta degli italiani e non tocca a me dirlo».

Lei è europarlamentare dal 1999: dal suo punto di vista qual è l’essenza dell’anti-europeismo? Come pensa possa cambiare l’Unione Europea? È una ipotesi realistica?

«Non siamo affatto anti-europei. Noi democratici euroscettici siamo i veri europei perché stiamo difendendo la diversità dell’Europa in tutto il suo splendore e la volontà di genti diverse».

È stato descritto come razzista e omofobo. Come si difende?

«È completamente falso. Come Grillo sono stato ingiustamente demonizzato da media ostili. Disprezzo il razzismo. Siamo un partito non razzista, non settario. Non siamo per nulla omofobi. Uno dei nostri europarlamentari, lo scozzese David Coburn, è dichiaratamente gay. Abbiamo anche tra gli europarlamentari un musulmano pachistano dello Yorkshire, un meticcio dal Nord-Ovest. Esercitiamo la diversità, non ne parliamo solo».

Ha parlato di salario differente per le donne: in Italia la parità di genere è un argomento al centro del dibattito sociale, ne è ancora convinto? 

«Non ho mai detto ciò. Io sostengo una paga identica per un identico lavoro per entrambi i sessi. La mia frase era riferita a un caso specifico. Ci opponiamo alla discriminazione in tutte le sue forme».

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