Mose, Renzi: “Condannerei politici per alto tradimento”
“Per chi fa politica in modo serio è un colpo e una ferita”. Così il premier Matteo Renzi parla dopo il G7 da Bruxelles dello scandalo Mose.
“Piena fiducia nel lavoro della magistratura e presunzione di innocenza fino a sentenza”, dice. Ma “tutte le volte che vediamo vicende di corruzione c’è una amarezza enorme, profonda perché ti trovi di fronte a chi tradisce la fiducia dei cittadini nel buon operato e nella correttezza personale”.
E, chiarisce, “un politico che viene indagato per corruzione lo indagherei per alto tradimento se dovesse dipendere da me, uno che prende tangenti tradisce il mandato, l’onore sul quale aveva giurato”.
“Sicuramente – aggiunge il presidente del Consiglio – interverremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni sul tema degli appalti pubblici, sull’Autorità anti corruzione con interventi specifici. Però il punto centrale è chiaro: non possiamo tutte le volte dire che il problema sono le regole, il problema sono i ladri. Poi le regole si possono ripensare e lo faremo, ma il punto centrale è smettiamo di dire che ci sono i ladri perché non ci sono le regole. Il problema delle tangenti sono i ladri”.
E rilancia: “Se ci sono fenomeni di corruzione, e ci sono, quello che deve essere chiaro è che questi fenomeni si vanno a colpire. Questo è l’elemento di novità. Il punto centrale è quello di garantire che chi viene condannato poi non abbia la possibilità, magari 20 anni dopo, di occuparsi della cosa pubblica. Quindi la mia proposta del Daspo per politici e imprenditori è il senso dell’operazione”, ha aggiunto il premier.
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