Milano. Dall’ecomostro al parco Vittorini
-Erika Furlan- L'arrivo della squadra azzurra in Brasile ci ha riportato alle notti magiche del 1990 quando i campionato mondiali di calcio si svolsero in Italia.
Di quell'esperienza unica e indimenticabile per tutti noi, è rimasto a Milano per anni un ricordo che forse non avremmo mai voluto, l'Hotel Monluè (o meglio il suo scheletro in cemento).
Nato per essere un albergo da centinaia di posti alle porte della città, non fu mai concluso. Si tentò nei vari anni di portarlo a termine, non d'ultimo di farne il nuovo Centro Cardiologico Monzino, polo di ricerca famoso a livello europeo.
L'Ecomostro (così conosciuto ai più) era nato in una delle zone più popolari della città milanese, il Quartiere Ponte Lambro tristemente famoso. Negli anni settanta la costruzione delle case popolari da parte dello IACP segnò negativamente la zona. Mancavano adeguati servizi per far fronte ai nuovi arrivi, non c'erano negozi sufficienti e le aule scolastiche non bastavano.
La concentrazione di ceti a bassa estrazione favorì lo sviluppo della criminalità e di una cultura mafiosa (specialmente di matrice camorristica) che alimentò fenomeni di violenza legati allo spaccio della droga, il cui mercato assunse dimensioni inter regionali.
Le forze dell'ordine riuscirono ad averne ragione soltanto dopo due decenni. La collaborazione tra le varie componenti della comunità divenne un antidoto efficace e una risorsa per le positive trasformazioni avvenute.
Organizzati nel Comitato di Quartiere e sostenuti dal locale Consiglio di Zona, riuscirono a ottenere dal comune i servizi sociali che mancavano, come le scuole e la copertura della Roggia Certosa, divenuta da anni lo scarico delle lavorazioni chimiche della Montecatini, fonte di inquinamento e di malattie.
In questo contesto, anche se in parte recuperato, l'Ecomostro per anni è statoricettacolo di disperati in cerca di un riparo, di piccoli spacciatori di droga (nulla in confronto a quel che era comunque stato il Quartiere negli anni 70 e 80). Verso la fine del 2011 la svolta.
Si trovò un intesa con la società Beni Stabili SIIQ che si fece carico dei lavori di demolizione dell'ex Hotel e di riqualificazione ambientale dell'area. 210 giorni di lavoro per l'abbattimento dei 25 metri d'altezza del cemento esistente, 171.754 metri cubi di materiale smaltito, 31.467 metri quadrati di terreno liberato e bonificato. Da tutto questo nel dicembre 2013 è nato ufficialmente il Parco di Via Vittorini, 9.500 metri quadrati di area verde disponibili per la comunità locale e non solo.
Progetto sviluppato dallo Studio Principioattivo (architetti di nuova generazione, molto attenti al rapporto tra l'essere umano e l'ambiente dove si vive), è sorto dall'esame di un questionario rivolto alla cittadinanza proprio di Ponte Lambro, redatto dal Politecnico e dalla Commissione Territorio del Consiglio di zona 4 di Milano.
Il progetto ha rispecchiato due scale, una più locale al fine di dare una risposta concreta alle esigenze del quartiere e una più di aspetto macroscopico, cercare di rinaturalizzare e valorizzare l'area rurale. Ponte Lambro fa parte del Parco Agricolo Sud Milano.
Il nuovo parco urbano si caratterizza da percorsi pedonali e ciclabili con zone per la sosta e aree per attività ginniche, quali i percorsi vita, creati con la collaborazione del vicino Centro Cardiologico Monzino.
Sono state scelti esemplari tipici del paesaggio locale, quali il pioppo cipressino, il tiglio. La macchia arbustiva (con Sambucus nigra, Cornus sanguinea, Crateagus monogyna) assicura suggestive fioriture scalari nel corso delle stagioni, da marzo a settembre.
A volte dal brutto nasce il bello capace di ricordarci le famose notti magiche di Italia'90.
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