sabato 7 giugno 2014

Generale Pound detto grillo, in quante lingue deve ripeterlo Renzi che i ladri se ne devono andare. Tu pensa alla dittatura che eserciti con i tuoi talebani.

Mose-Expo, Renzi: «Daspo per politici e corruttori»

Il premier sugli scandali tangenti: «Calci nel sedere a chi ruba, anche nel Pd». Provvedimento in Cdm
il 13 giugno. Grasso: «Stop vitalizi ai politici mafiosi»Le Mondeelogia il governo e Draghi.

INCHIESTE
Una riforma radicale dei procedimenti per gli appalti. L'ha invocata il premier Matteo Renzi il 7 giugno parlando degli scandaliExpo e Mose.
«Cambiamo il processo amministrativo, l'impostazione della procedura pubblica», ha detto a La Repubblica delle idee a Napoli. «Oggi è arrivato il momento di una riforma radicale».
Renzi ha rilanciato l'idea del 'Daspo' per i politici coinvolti nelle inchieste, così come per i corruttori. «Mi fai la cortesia, tu che hai corrotto o concusso qualcuno, di non mettere più piede negli appalti pubblici», ha detto. «Chi ruba va a casa a calci nel sedere».
PIÙ POTERI A CANTONE. Il premier ha annunciato un provvedimento ad hoc del governo per il 13 giugno in linea con le raccomandazioni della Commissione europea all'Italia. E ha spiegato che l'autorità anti-corruzione guidata da Raffaele Cantone deve avere mansioni «di altre authority che non hanno funzionato».
«RESPONSABILITÀ ANCHE DEL PD». Renzi non ha negato la responsabilità della politica, anche per quanto riguarda il Pd. Ma ha precisato: «Quello che abbiamo da dire lo diremo senza preoccuparci delle ripercussioni sui nostri. Se c'è nel Pd chi ruba, va a casa a calci nel sedere esattamente come chi è negli altri partiti. Non c'è Pd e non Pd. Ci sono ladri e non ladri».
NO INTERVENTI SPOT. Il rallentamento dei provvedimenti anti-corruzione «è una scelta consapevole e convinta», ha aggiunto. «Siamo abituati a intervenire con misure di emergenza spesso legate all'ansia di prestazione», ma non servono interventi spot, piuttosto serve «una risposta culturale e strutturale. C'è una scommessa educativa da cui si riparte».
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA A FINE GIUGNO. Per la settimana dal 9 al 15 giugno, Renzi ha annunciato il provvedimento con i poteri a Cantone. Poi, «due settimane dopo», la riforma più complessiva della giustizia, con misure come quella per cui se un politico ha violato la legge, ci deve essere «la certezza che in un ufficio pubblico non ci mette più piede se non per fare un certificato».

«Legge elettorale approvata entro l'estate»

Il discorso si è poi spostato sulle questioni politiche italiane. Secondo Renzi «ci sono le condizioni perché entro l'estate» possa essere approvata la legge elettorale e si possa incassare la prima lettura della riforma costituzionale.
«Sappiano lorsignori che il Partito democratico, forte anche del risultato elettorale, non accetta giochi alla meno sulle riforme», ha avvertito.
FRECCIATA AL M5S. Il premier ha anche definito «insopportabile la posizione dei Cinque Stelle che vanno a discutere con gli xenofobi a Londra e non vogliono parlare con noi in Italia».
ORIZZONTE 2018. Quindi una previsione sulla legislatura: «Si arriva al 2018 ma non per occupare poltrone, è finito il tempo della palude». Ma ha avvertito: «Posso andare a casa domattina, non ho una preoccupazione personale».
«SISTEMA FISCALE ASSURDO». Venerdì 13 giugno è invece prevista la partenza del blocco di misure per la semplificazione. Il sistema fiscale in Italia «è quanto di più assurdo, farraginoso e devastante si possa immaginare», ha aggiunto Renzi.
«LA RAI FACCIA SERVIZIO PUBBLICO». E la Rai, al posto di annunciare scioperi, «deve fare servizio pubblico ed educare le future generazioni di italiani investendo nella cultura». Inoltre «va cambiata la governance della Rai, va cambiata la strategia, ma va fatto dopo un dibattito culturale».

Sull'Europa: «Italia al lavoro per cambiare le cose»

In Europa, invece, dopo il successo elettorale «stiamo lavorando a un documento con la strategia dei prossimi anni per l'Ue. Non una proposta sui nomi ma sulle cose da fare».
L'UE NON È TETRIS. L'Europa, ha spiegato Renzi (atteso da una missione in Vietnam e Cina), «non è Tetris, un gioco a incastro di legittime ambizioni personali, ma serve per capire se siamo nelle condizioni di cambiare o no. Italia, Francia e Germania non possono crescere senza Ue».
Il prossimo presidente della Commissione europea, secondo il premier, «dovrà cambiare politica per i prossimi cinque anni, oppure non avrà il consenso dell'Italia».
Sabato, 07 Giugno 2014

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