martedì 3 giugno 2014

Ma basta con lo strapotere dei sindacati. Andate a lavorare invece di fare i sindacalisti a vita. Il sindacalista non è un mestiere.

Rai, sindacati vs Renzi. Camusso: "Grave definire umiliante lo sciopero". Angeletti: "Premier è pessimo amministratore"

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Aggiornamento delle ore 20. La Cisl non farà ricorso al garante e quindi non conferma lo sciopero della Rai previsto l'11 giugno. Lo rende noto il segretario della Fistel-Cisl, Vito Vitale, che ha sottolineato di "voler aprire il dialogo sul futuro dell'azienda".
Aggiornamento ore 17.16. "La decisione del Garante è l'occasione per riflettere sull'opportunità di bloccare la Rai con uno sciopero. Non dobbiamo trasformare questa vertenza in un inutile braccio di ferro dal sapore politico con il Governo. In questo momento non lo capirebbero soprattutto i cittadini che pagano il canone". Così il segretario Cisl, Raffaele Bonanni.
Aggiornamento:
A tagliare la testa al toro è l'Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali, che ha dichiarato "illegittimo" lo sciopero indetto dai sindacati Rai per il prossimo 11 giugno. L'Autorità ha valutato come "non conforme alla legge" la proclamazione di sciopero dei sindacati dei lavoratori della Rai per il prossimo 11 giugno, si legge in una nota dell'Authority.
In particolare, prosegue il Garante, "la proclamazione non rispetta la regola, ben nota alle organizzazioni sindacali, dell'intervallo di dieci giorni tra due scioperi che insistono sullo stesso settore, considerata, infatti, l'azione di sciopero del sindacato Usb prevista per il prossimo 19 giugno e precedentemente comunicata". L'Autorità, conclude il comunicato, "ha invitato pertanto i sindacati proclamanti ad adeguarsi a quanto stabilito, anche al fine di non essere oggetto di provvedimenti sanzionatori".
Quasi contemporaneamente è arrivata la notizia che la Rai sarà esclusa dai tagli previsti a carico delle società partecipate dallo Stato. Le Commissioni Finanza e Bilancio del Senato hanno infatti approvato un emendamento al decreto Irpef che modifica l'articolo 20 escludendo la tv pubblica, così come il governo aveva anticipato di voler fare.
Via libera all'articolo del decreto legge Irpef che prevede tagli ai fondi della Rai per 150 milioni di euro. Le Commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno approvato un emendamento che riscrive l'articolo 21 del provvedimento che conferma i tagli da 150 mln salvando però i servizi regionali.
Cambia l'oggetto, ma la sostanza resta sempre la stessa: la difficile coesistenza tra i sindacati storici e il governo di Matteo Renzi. Questa volta lo scontro tra esecutivo e sindacati si consuma attorno alla Rai. Sono parole durissime quelle del segretario generale della Cgil Susanna Camusso. "Bisogna avere il coraggio di dire al governo di andare al cuore dei problemi e non sulla superficie dei tagli e dire che tutto ciò che è pubblico si deve tagliare", ha dichiarato Camusso nel corso di una conferenza stampa al teatro delle Vittorie. Definire 'umiliante' uno sciopero - come ha fatto Matteo Renzi- "è grave".
Camusso: "Se non cambia il dl avanti con lo sciopero". La leader della Cgil ha detto che il sindacato "insisterà sullo sciopero, perché le vertenze si fanno così". E ancora: "È grave sostenere che lo sciopero è umiliante. Qualunque controparte dovrebbe sapere che lo sciopero è una cosa normale. Se cambiano le cose, siamo pronti a discutere, ma si deve dire che il decreto non si fa così e che si apre un confronto". Nel mirino della Cgil c'è il decreto Irpef che prevede, tra le altre cose, il taglio di 150 milioni alla Radio Televisione Italiana.
"La nostra preoccupazione è che il decreto porti un pacco per la Rai" - ha continuato la sindacalista - e qui il riferimento è ai pacchi di Affari Tuoi, programma che viene trasmesso proprio dal Teatro delle Vittorie, dove è in corso la conferenza stampa dei sindacati in vista dello sciopero dell'11. Oltre a Camusso, c'è il leader della Uil Luigi Angeletti, mentre è assente il segretario della Cisl Raffaele Bonanni.
Anzaldi-Marcucci: "Da Camusso dichiarazioni lunari". "Le dichiarazioni di Susanna Camusso sulla Rai sembrano lunari: mentre arrivano i dati Istat sulla disoccupazione ed è in corso la complicata risoluzione dell'emergenza Alitalia che si trascina da anni e porta 2.500 possibili esuberi, oltre che umiliante lo sciopero annunciato dai sindacati Rai è frustrante per gli italiani". È quanto dichiarano i parlamentari Pd Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, ed Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura del Senato.
"La più grande mobilitazione che si ricordi della Rai contro il governo - spiegano Anzaldi e Marcucci in una nota - avviene per la difesa di una quota minoritaria delle torri, oltre che per i palazzi faraonici di alcune sedi regionali. Appare singolare che alcuni sindacati, invece di rivendicare la prima grande operazione di redistribuzione ai cittadini con gli 80 euro in busta paga, che arrivano anche dai sacrifici Rai, porti avanti una protesta senza costrutto che ha alimentato tanti dubbi proprio tra gli stessi dipendenti Rai. Alla Cgil sono veramente sicuri che in Rai non ci siano sprechi e privilegi da tagliare?".
Angeletti: "Renzi è un pessimo amministratore per l'azienda pubblica".Ancora più duro l'intervento di Angeletti: "Il premier, che è bravissimo a fare le caricature, si comporta come un pessimo amministratore delegato dell'azienda pubblica Rai. Ha fatto bene a dire che è dei cittadini, lui dovrebbe per questo amministrarla ma è il peggiore amministratore". Secondo il segretario Uil, "il nostro emerito presidente del Consiglio questa volta ha preso una cantonata [...]. "Non ci stiamo al'idea che in questo Paese tutto ciò che è pubblico è sinonimo di inefficienze e di sprechi: continuando così, questo Paese lo abbiamo fortemente indebolito e abbiamo impoverito molti italiani", ha aggiunto.
"È un pizzo all'azienda". Con questa dura espressione, il segretario della Uil Luigi Angeletti ha definito il piano del governo nei confronti della Rai. "Il governo chiede una tangente obbligando la Rai a un contributo di 150 milioni di euro" ha spiegato il leader sindacale.
Secondo Camusso, la vendita di quote di Ray Way, con la separazione tra azienda e rete, porterebbe a una "perdita di condizione di sicurezza e di capacità competitiva dell'azienda, non è un'operazione a vantaggio". Una posizione condivisa dal presidente della Vigilanza Rai, il grillino Roberto Fico.
Bonanni: "Sciopero va evitato, ma serve una discussione sul futuro". Sulla questione Bonanni era intervenuto ieri, esprimendo una linea meno intransigente: "Bloccare il servizio pubblico radiotelevisivo con uno sciopero di tutto il personale Rai sarebbe solo un errore. Per questo, oltre che al governo, lancio un appello al direttore generale della Rai, Gubitosi, perché convochi subito i sindacati in modo da evitare lo sciopero. Abbiamo tutti il dovere di trovare insieme delle soluzioni credibili e responsabili per salvaguardare l'occupazione ed il livello di qualità della programmazione della Rai", aveva detto il segretario Cisl.
E di nuovo oggi, ai microfoni di Rai News 24: "Vorrei evitare lo sciopero della Rai per non dare il fianco alla politica [...] Noi chiediamo al governo e all'azienda di aprire una discussione trasparente sul piano industriale, anticipando la concessione che scade tra due anni. Il governo non può tirarsi fuori dalla partita scaricando tutto sull'azienda perché la politica c'è dentro fino al collo. Noi vogliamo capire dove l'azienda potrà andare nei prossimi anni. Vedo comportamenti ambigui da una parte e dall'altra. Se c'è da tagliare gli sprechi e le esternalizzazioni, la cisl non si sottrarrà alla discussione. Ma sia chiaro: noi difenderemo tutti i posti di lavori ed il diritto dei cittadini ad avere dal servizio pubblico una adeguata informazione regionale", ha sottolineato.
Todini: "Sciopero fa male soprattutto all'azienda". Da Milano, intanto, a margine di un convegno a Piazza Affari, è intervenuta sullo sciopero Luisa Todini, presidente di Poste Italiane e consigliere Rai. "Lo sciopero farebbe male a chiunque, soprattutto alla Rai". Sempre sulla tv pubblica, Todini ha detto: "La Rai ha bisogno di essere rivisitata dal profondo a partire dalla governance. Del resto in Rai ci sono nove consiglieri che pensano di essere l'amministratore delegato". Quanto alla sua permanenza nel Cda della Rai, Todini ha assicurato che "è solo per qualche settimana". "Rimarrò fino all'autunno e ho messo come termine l'autunno perché si definisce il bilancio di quest'anno e il budget per il prossimo e soprattutto l'azienda risponde alle richieste sulla spendig review del governo".

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