Ex presidente della Mantovani Spa
Mose, parla Baita: "Ogni anno 100 milioni di euro al Consorzio"
Il primo cittadino di Venezia, agli arresti domiciliari per finanziamento illecito ai partiti, è stato ascoltato nell'aula bunker di Mestre. Galan in una nota si difende: "Sono innocente, non mi farò distruggere".
"Tangenti e consulenze e contratti a tutti. Se si mettono in pila fanno un miliardo di euro e non sono serviti al progetto Mose, solo a rafforzare il Consorzio Venezia nuova nella città, nei rapporti con la politica, locale e romana".
"Attorno al Mose - prosegue Baita - si è sviluppata la piovra del consorzio. Lo costituivano le aziende, ma le aziende lo subivano. Decideva tutto il presidente Mazzacurati". E sottolinea: Mazzacurati "mi aveva battezzato subito": "un extra dei vostri ricavi ritorna al consorzio, lo useremo per facilitare il percorso dell'opera". E alla domanda se il Consorzio abbia agito sempre in quel modo risponde: "dal 1992 ha subito una mutazione genetica. Iniziano ad andare via i soci fondatori, le grandi imprese".
"Il consorzio sopravvive alla bufera Tangentopoli rafforzando la sua struttura, assumendo una veste autonoma che finirà per entrare in conflitto con le imprese". "Nel 2003 - continua Baita - l'altro ribaltone": "le partecipazioni statali si ritirano e vendono Condotte, Mazzacurati diventa presidente. E la frattura con i soci si allarga: le imprese sono in difficoltà. Non sopportano una struttura che guadagna il doppio e non serve a niente".
"Il sistema - dice Baita - è crollato da solo, era inevitabile che finisse così. Non a caso è crollato proprio quando il Mose è praticamente finito", "perché gli imprenditori ora che i lavori sono conclusi volevano finire di pagare. E il Consorzio Venezia Nuova voleva invece che si continuasse".
La versione della segretaria di Galan
Per capire come funzionava il ‘sistema Galan’ occorre leggere il verbale di Claudia Minutillo, ex segretaria dell’onorevole. La donna parla di hall di alberghi, frequentatissimi, come il 4 stelle 'Monaco' dei Benetton, dove non temevano d'essere notati. Lì, sul Canal Grande, si vedeva l'assessore Renato Chisso (Fi), che riceveva qui - dice Claudia Minutillo - le bustarelle del Consorzio, lamentandosi perchè “veniva pagato solo alle feste comandate”.
Se non si trattava di veloci 'pagamenti', ma di riunioni più lunghe, c'erano allora i ristoranti. Minutillo, Chisso, Galan, Baita si incontravano 'Al Passo' di Campalto (Venezia). Vista sulla laguna, pesce di qualità, darsena privata. Per non far dispiacere a nessuno i componenti della 'cricca' sceglievano anche un altro locale di Campalto - la fonte è sempre Minutillo - il ristorante 'Da Ugo', il cui titolare è amico di Chisso.
Cosa che evidentemente sapeva anche la Gdf, dato che qui sono state messe 'cimici' e telecamere per documentare le 'allegre serate'. Altre volte il gruppo si incontrava a Padova. Era al ristorante, 'Ai Porteghi', via Cesare Battisti, centro storico. “Ci davano la saletta riservata, andavamo lì - spiega Minutillo ai pm - e discutevamo di tutte le cose in ballo”.
Orsoni: "Sono innocente"
Il sindaco-avvocato pesa le parole e rimarca la sua innocenza e la sua 'diversità': lui con la 'cricca' politico-affaristica dei fondi del Mose non ha nulla a che fare. "A me hanno chiesto di fare il sindaco, sono un uomo prestato alla politica che non può minimamente fare azioni del genere" dice davanti al Gip Alberto Scaramuzza. "Sono assolutamente sereno e tranquillo perché non è passato un solo centesimo nelle mie mani e nelle mie tasche" scandisce davanti al magistrato che ha firmato l'ordinanza che l'ha proiettato dalle sale di Ca' Farsetti, sede del Municipio, alle stanze della casa sul canal Grande agli arresti domiciliari per finanziamento illecito. A pesare sul sindaco, per l'accusa, c'è una dazione non registrata da 260 mila euro per la sua campagna elettorale del 2010. Soldi che sarebbero arrivati in più tranche dai fondi a disposizione di Giovanni Mazzacurati, l'allora presidente del Consorzio Venezia Nuova, ritenuto il 'grande burattinaio' di tutto quel mondo che ruotava attorno ai soldi del Mose.
La rabbia di Galan
Sembra invece urlare la sua rabbia, nelle poche righe di un comunicato, Giancarlo Galan, parlamentare Fi, ex governatore ed ex ministro, per il quale è stato chiesto l'arresto per corruzione. La richiesta dovrebbe arrivare all'esame della giunta per le autorizzazioni la settimana prossima. "Stanno tentando di scaricare su di me - dice - nefandezze altrui". "Voglio fare luce su tutto" rileva Galan e rimarca come "il processo mediatico sia mostruoso, leggo profili della mia persona che stento a credere anche solo immaginabili, non poter rispondere o difendermi da subito è umanamente molto difficile".
La commissione della Corte dei Conti
La Corte dei Conti ha istituito "una Commissione di indagine per l'accertamento di tutte le procedure di controllo effettuate negli anni in merito all'opera, la verifica degli atti e delle relative risultanze". L'associazione dei magistrati contabili aveva espresso dal canto suo "sconcerto ed amarezza" per la vicenda che vede coinvolto anche un loro collega in pensione.
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