Nella testa del neonazi. Intervista al leader dell'Npd tedesca
25 maggio @ 09.07
MATTEO ALVITI
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Europee 2014 Europa della patrie, fuori gli americani "che ci hanno dato solo McDonalds" e dentro i russi. Si è tedeschi solo se si nasce da due tedeschi, "che i caratteri nazionali si passano con i geni". Udo Voigt ha speranze di essere eletto a Strasburgo.
Berlino - L'ora e il luogo lo rivelano un'ora prima. «Per questioni di sicurezza», spiega il funzionario del partito tedesco della destra radicale Npd. «L'appuntamento per l'intervista è nella Pablo-Neruda-Strasse». Come? «Sì, davanti al centro commerciale Allende». Per un attimo viene da pensare che sia uno scherzo. E invece un'ora dopo il capolista per le elezioni europee ed ex presidente del partito, Udo Voigt, l'unico candidato dell'ultradestra tedesca che ha la possibilità di essere eletto al parlamento di Strasburgo, ci aspetta proprio lì.
Il banchetto della Npd - un ombrellone, un tavolino, tre volontari dall'aspetto bonario e un po' sfigato - è al fianco di quello dei socialdemocratici della Spd, nel cuore del quartiere berlinese di Koepenick, dove Voigt, che qui vive da anni, nelle ultime elezioni locali ha preso il 7,9% di voti. Un'eccezione notevole per un partito che a livello nazionale è dato poco sotto l'1,5%, con le casse vuote e sotto la lente della giustizia, che potrebbe decidere di dichiararlo incostituzionale e scioglierlo. Ma domenica, oltre alle europee, in dieci Laender tedeschi si vota anche per le comunali, e il capolista dell'Npd, figlio di un ex SA nazista, è convinto che il partito raddoppierà i suoi 384 eletti. «Siamo stati accolti bene ovunque nella campagna elettorale», spiega mentre i suoi tentano di distribuire volantini ai passanti. Qualcuno tira dritto, qualcuno allunga la mano controvoglia. Qualcun altro si ferma sorridente e scherza con i volontari.
A quasi 70 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, Voigt ha chiaro in testa quel che vuole fare dell'Ue. Farla saltare dall'interno, per ricostruire «un'Europa unita delle patrie, di cui facciano parte la Russia e l'Ucraina, ma non gli imperialisti statunitensi». E una Germania «con le frontiere di nuovo chiuse per uomini e merci», per «preservare i caratteri nazionali, che com'è noto si trasmettono anche con il sangue».
Ora che in Germania una sentenza della corte costituzionale - che si è espressa su un ricorso presentato dalla Npd, cui si sono uniti altri 18 partitini - ha eliminato l'«antidemocratica» soglia di sbarramento prima fissata al 3%, il politico dell'estrema destra potrà portare nelle istituzioni Ue le sue idee. Insieme a quelle di tanti altri: «Tra nazionalisti e antieuropeisti potremmo essere dai 110 ai 150», dice fiducioso. «Abbiamo già contatti informali con il Fronte Nazionale in Francia, con Jobbik in Ungheria, Attak in Bulgaria, il British national party. E in Italia con Forza nuova. Sono un amico personale di Roberto Fiore», afferma.
«Da Lampedusa, da Ceuta e Melilla, vediamo che sempre più stranieri premono sull'Europa», considera il 62enne, «noi dobbiamo portare la produzione in quei Paesi, invece di farli arrivare da noi. Quello dei rifugiati non è un problema solo italiano, è un problema europeo, il principale che abbiamo». Per Voigt sarebbe sbagliato inseguire gli stati uniti d'Europa sul modello degli Usa. Del resto, dice, «cosa ci hanno dato a parte l'atomica, Micheal Jackson, McDonald e il multiculturalismo. Noi siamo contro questa cultura 'One world' degli statunitensi». In ballo ci sono i caratteri nazionali da preservare, anche «attraverso il sangue e i geni, come dimostrano le teorie scientifiche». Ma quali teorie scientifiche? «Beh, ora le dovrei ricercare, ma è chiaro che quel che ci determina sono i geni. E i nostri determinano il nostro coraggio, la nostra diligenza, la capacità di sacrificio. Tutte queste sono caratteristiche tedesche trasmesse dai geni». Certamente.
E un tedesco «può nascere solo da due genitori tedeschi. Gli altri noi li chiamiamo tedeschi di plastica», quelli che hanno solo la carta d'identità (plastificata) della Germania. Per questo l'Npd propone di abolire Schengen: «Abbiamo bisogno di nuovi controlli tra gli Stati, per gli uomini e per le merci, un nuovo protezionismo economico». E per quel che riguarda la moneta unica «vogliamo uscire dall'euro, subito se possibile. Crediamo che darebbe un grande impulso alla nostra economia. Finora con l'euro abbiamo pagato miliardi per i salvataggi di Grecia, Spagna, Portogallo. Per le banche. E' molto meglio che questi soldi vengano spesi per i nostri cittadini».
Per Voigt i sei milioni di disoccupati - «Il doppio delle statistiche ufficiali, che sono truccate» - solo così troverebbero un lavoro. E se proprio mancassero lavoratori, li creerebbe: «Vogliamo che le famiglie tedesche tornino a fare figli. Oggi l'incertezza economica le frena. Per questo vogliamo più che raddoppiare i sussidi per i figli e le madri che restino a casa». E i soldi dove li prenderebbe l'Npd? «Togliendo gli aiuti alle banche, ai fondi di salvataggio europei e alle famiglie di migranti». Poco importa la probabile ondata di ricorsi: «Non ci saranno, perché saremo usciti dall'Ue», risponde Voigt. Che nel 2011, per la campagna elettorale per la città-Stato di Berlino, si era fatto fotografare su un manifesto elettorale vestito da motociclista con lo slogan "Dare gas".
Sul taglio dei sussidi agli stranieri negli ultimi giorni di campagna elettorale si sono espressi anche la cancelliera tedesca Angela Merkel e il partito bavarese Csu. Ma per Voigt «è tutta propaganda per contenere la destra: dopo le elezioni non ne parlerà più nessuno di loro». Speriamo.
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