Grandi opere, cantieri eterni: le cinque incompiute d'Italia
Dalla Salerno-Reggio Calabria al Ponte sullo Stretto, passando per la Tav Torino-Lione e il Mose di Venezia: tempi biblici, sperpero di fondi e cantieri infiniti per le eterne incompiute italiane. Che ci costano più di quattro miliardi l'anno
Violetto Gorrasi 6 Giugno 2014
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ROMA - Grandi opere, grandi ritardi e, molto spesso, grandi mazzette. Il caso del Mose a Venezia, dove i lavori sono iniziati ormai da undici anni facendo gonfiare le spese e fioccare gli scandali, riporta in auge il tema dei cantieri pubblici. Che in Italia sono imponenti, ma restano frequentemente a metà.
Quando nel lontano 1994 l'allora ministro dei Lavori pubblici Francesco Merloni approvò la legge anti-tangenti si pensò di aver risolto tutti i problemi: le procedure più rigorose e i controlli inflessibili negli appalti avrebbero evitato che politica e imprenditoria potessero fare affari sulle opere pubbliche a danno della collettività. Non è avvenuto, a giudicare dagli scandali scoppiati negli ultimi mesi sull'Expo, il Mose, la ricostruzione de L'Aquila, i Grandi eventi.
E se la corruzione inghiotte fiumi di denaro fregandosene del "bene comune", intorno a noi rimangono "carcasse" incompiute, mai terminate per colpa delle lungaggini burocratiche o della mancanza di fondi. Carcasse che ci costano caro: oltre quattro miliardi di euro l'anno di soldi pubblici. Per "sbloccare" l'Italia partendo dalle opere pubbliche ferme da anni e dalla lista di strade, ponti, ferrovie e palazzi incompiuti o mai nati, Matteo Renzi ha invitato tutti i sindaci italiani a segnalare i cantieri e le opere ferme nella propria zona di competenza."Individuate una caserma bloccata, un immobile abbandonato, un cantiere fermo, un procedimento amministrativo da accelerare. Segnalatecelo entro il 15 giugno all'indirizzo matteo@governo.it", dice il premier.
LE GRANDI OPERE INCOMPIUTE | INFOPHOTO
Il ministero delle Infrastrutture, però, ha già realizzato una mappatura completa dei cantieri infiniti regione per regione. "L'anagrafe delle incompiute" parla di ben 650 cantieri aperti, da Nord a Sud. Vediamo quali sono i casi più eclatanti.
IL MOSE DI VENEZIA - Partiamo dal Mose, il Modulo sperimentale elettromeccanico pensato negli anni '80 che avrebbe dovuto difendere Venezia e la Laguna dall'acqua alta, e che invece ha gettato la città in uno scandalo di tangenti e fondi neri che ha portato all'arresto del sindaco Giorgio Orsoni e alla richiesta di custodia cautelare per l'ex ministro berlusconiano Giancarlo Galan. La costruzione del sistema di dighe mobili va avanti dal 2003. Il costo complessivo dell'opera è di 5.493 milioni di euro (prezzo "chiuso" stabilito nel 2005); lo stato di avanzamento dei lavori è pari all'87% e, ad ottobre, serviva ancora un miliardo di euro circa per la realizzazione completa. L'obiettivo, ricordato anche in quell'occasione, è di concludere l'opera entro il 2016.
LA TAV TORINO-LIONE - L'alta velocità ferroviaria tra Torino e Lione è diventata legge il 9 aprile 2014, quando il Senato ha ratificato l’accordo tra l'Italia e la Francia per la realizzazione dell’infrastruttura. Ma i primi colloqui tra i due Paesi risalgono al 2002: ben dodici anni fa. Ne sono passati poi altri dodici per l'inizio dei lavori, relativi al solo tunnel esplorativo. Lavori che attualmente sono bloccati. Solo per il progetto preliminare erano stati calcolati 2,8 miliardi. Fino a oggi è stato speso circa un miliardo di euro, a cui bisogna aggiungere i costi delle imprese bloccate al cantiere di Chiomonte.
IL PASSANTE TAV DI FIRENZE - I lavori del passante Tav di Firenze (con la relativa stazione sotterranea) invece sono iniziati nel 2010, undici anni dopo il primo progetto che risale al 1999, e risultano essere ancora in corso. L'opera ha già attirato l'attenzione della magistatura. Un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stata infatti notificata nel 2013 all’ex governatrice della Regione Umbria ed ex presidente di Italferr Maria Rita Lorenzetti, nell’ambito dell’inchiesta sul nodo fiorentino dell’alta velocità. Secondo l’accusa, Lorenzetti si sarebbe data da fare per ottenere vantaggi in favore del marito, in un "articolato sistema corruttivo".
LA SALERNO REGGIO CALABRIA - L'autostrada A3 è la regina delle incompiute, diventata persino oggetto di barzellette. Era il 15 settembre del 1962 quando Amintore Fanfani, presidente del Consiglio dell'epoca, inaugurò il primo cantiere della grande opera, presentata come l'infrastruttura in grado di unire il Nord al Sud del Paese. Nel 2012 ha "festeggiato" i cinquant'anni di lavori. E ogni estate, tra deviazioni, limitazioni e lavori di ammodernamento, si ripropongono disagi e difficoltà per gli automobilisti. I costi? Dieci miliardi di euro, finora.
IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA - E' un cantiere incompiuto 'atipico'. Il progetto preliminare del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) del 2003 è attualmente bloccato, e i lavori non sono mai iniziati. Ma quante volte - soprattutto in campagna elettorale - si torna a parlare del Ponte sullo Stretto come grande opera strategica che unirà "il continente" alla Sicilia? Anche se la società Stretto di Messina non esiste più e le operazioni di liquidazione sono state eseguite nei tempi indicati dal decreto firmato il 15 aprile 2013 dall’ex premier Enrico Letta, restano i contenziosi e i conti da pagare. L’opera, o meglio la sua mancata realizzazione, già oggi rischia di pesare sul bilancio pubblico per più di un miliardo di euro tra penali, oneri finanziari vari e costi di liquidazione. Quasi un quinto, cioè, dei 4,6 miliardi di costi per il ponte di collegamento fra Calabria e Sicilia che il Cipe stimava nel 2003.
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