La finta rivoluzione di Cisl e Uil
Ecco i fedelissimi di Bonanni e Angeletti
che continuano a comandare
di Stefano Sansonetti
Si fa presto a dire rivoluzione. Perché non basta certo cambiare il nome del segretario generale di turno per far entrare quell’aria di cambiamento invocata da più parti. Per carità, al vertice di Cisl e Uil sono arrivati rispettivamente Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. E il dato è sicuramente significativo. Ma se si va a scavare all’interno delle strutture e delle società partecipate delle due Confederazioni ci si rende conto di quanto siano ancora presenti e potenti i “bonanniani” e gli “angelettiani”, ossia gli uomini di fiducia dei precedenti segretari generali. Insomma, al momento il cambiamento è solo sulla carta. Si prenda la Uil. Qui sarà pure arrivato al vertice Barbagallo, dopo 14 anni di dominio incontrastato di Luigi Angeletti. Ma nessuno si nasconde che l’uomo forte continua a rimanere Rocco Carannante, l’uomo dei numeri e della finanza, tesoriere proprio dal 2000 (l’anno in cui Angeletti assurse al rango di segretario generale).
IL PERIMETRO. Ebbene, Carannante ancora oggi occupa le poltrone che contano nelle più importanti società partecipate dalla Uil. Siede nel Cda della Caf Uil spa, società che cura l’attività di assistenza fiscale e che nel 2013 ha fatturato 23,2 milioni di euro, è presidente della Labor Uil spa, la società immobiliare del sindacato che ha fatturato 2,2 milioni, ma soprattutto è consigliere delegato della Laborfin, la società che svolge attività assicurativa (con 1,68 milioni di ricavi nel 2013). E qui se ne scoprono delle belle. Dall’ultimo bilancio, per esempio, viene fuori che la Laborfin agisce come Agenzia generale di assicurazioni con mandato esclusivo di Unipol e Unisalute (una controllata dello stesso gruppo Unipol che si occupa di assistenza sanitaria). Nel 2013, prosegue il documento, il portafoglio Laborfin si è arricchito di contratti con i fondi Sanarti (artigiani), Salute Sempre (grafici), Sanilog (trasporti) e Metasalute (settore meccanico). Mentre dallo stesso portafoglio sono usciti il Fondo sanitario Mediaset e il Fondo Siae. Senza contare che la società si occupa di copertura assicurativa per gli iscritti alla Uil Trasporti e alla Uilcom. Per carità, si dirà che tutto questo ambaradan è utile per i tesserati, tramite il sistema delle convenzioni, perché i servizi sono destinati a loro. Quello che si capisce meno, però, è perché Carannante, 73 anni, sieda anche nei Cda di Unipol Gruppo Finanziario e sia vicepresidente di Unisalute (della quale la stessa Laborfin detiene uno 0,28%).
GLI ALTRI. Per la Cisl vale un discorso simile. Qui continua a mantenere un potere indiscutibile il braccio destro di Bonanni, Donatello Bertozzi. Innanzitutto siede nel consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, ma occupa poltrone pesanti nelle società più importanti della galassia Cisl. Soprattutto in Finlavoro, la finanziaria della confederazione di via Po che controlla il 100% di Assisind (attività assicurativa), il 100% di Poker Travel (agenzie di viaggio), il 30% di Apogeo Servizi (concessionaria pubblicitaria per la Tv del sindacato, Labor Tv), il 35,5% di Eustema (attività informatica, la gallina dalle uova d’oro della Cisl con un fatturato 2013 di 34 milioni di euro) e il 40% di Edizioni Lavoro (editoria). La Finlavoro, si apprende dall’ultimo bilancio, ha anche 1,2 mln di euro in fondi comuni d’investimento. Poi c’è Giovanni Faverin, altro bonanniano di ferro, che dal 2008 si trova ininterrottamente a capo della Cisl funzione pubblica. Insomma, prima di parlare di cambiamento, per le due sigle, ce ne vuole.
Twitter: @SSansonetti
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