Lo sciopero generale fa crac
Dieci manifestazioni solo nella Capitale, ma tra i sindacati è partita la resa dei conti. Cisl contro Cgil
dalla Redazione
Cortei in almeno 25 piazze d’Italia per lo sciopero sociale. Ma anche giornata di caos per chi si sposta con i mezzi pubblici. I sindacati di base, Cobas, Cub, Usi e Adl Cobas hanno indetto “uno sciopero generale e sociale” del lavoro pubblico e privato per protestare contro le politiche del governo Renzi e dell’Unione europea, in particolare contro il Jobs act, la legge di stabilità e il piano di riforma della scuola. Alle manifestazioni si uniscono gli studenti che hanno indetto “uno sciopero studentesco dentro lo sciopero sociale”.
di Maurizio Grosso
Alla fine all’interno del mondo sindacale si è creata una bella crepa. Già nei giorni scorsi il nuovo segretario confederale della Uil, Carmelo Barbagallo, aveva sollevato qualche dubbio. Ma ieri, sullo sciopero generale indetto dalla Cgil contro legge di Stabilità e Jobs Act, sfruttando peraltro il ponte dell’Immacolata, è arrivata la posizione di netta contrarietà da parte del nuovo numero uno della Cisl, Annamaria Furlan. E così l’astensione lanciata da Susanna Camusso per il prossimo 5 dicembre ha spaccato le confederazioni. A un giorno di distanza dall’annuncio la Furlan non le ha mandate a dire: “La Cgil fa le sue scelte, farà il suo sciopero generale. Non è la prima volta che sciopera da sola, non mi sembra un modo per unire il mondo del lavoro. Storicamente la Cisl non ha mai aderito a scioperi indetti da altre organizzazioni”.
LA FRATTURA
Insomma le speranze della Camusso di coinvolgere le altre sigle sindacali nell’agitazione generale rischiano di essere vane. “Lo sciopero”, ha insistito la Furlan a margine del Consiglio generale della Fim-Cisl, “è l’ultimo strumento per ottenere risultati”. E la neosegretaria ha concluso sottolineando che la strada privilegiata dalla Cisl è quella “della contrattazione, del confronto, del dialogo, partendo dai problemi del mondo reale”.
Insomma le speranze della Camusso di coinvolgere le altre sigle sindacali nell’agitazione generale rischiano di essere vane. “Lo sciopero”, ha insistito la Furlan a margine del Consiglio generale della Fim-Cisl, “è l’ultimo strumento per ottenere risultati”. E la neosegretaria ha concluso sottolineando che la strada privilegiata dalla Cisl è quella “della contrattazione, del confronto, del dialogo, partendo dai problemi del mondo reale”.
IL CONTESTO
Rispetto allo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 5 dicembre, la Furlan ha ribadito che “noi non aderiamo”. E ha sottolineato che “quando si vogliono fare le cose unitariamente gli appelli non si lanciano perché gli altri aderiscano ma per costruire le scelte insieme”. Dopo la manifestazione di sabato si era deciso di proseguire unitariamente la mobilitazione fino allo sciopero della categoria. “Scoprire che un’altra organizzazione da sola decide lo sciopero è un passo indietro rispetto al dialogo tra le organizzazioni sindacali”, ha incalzato in proposito la Furlan, anche in vista del tavolo convocato dal governo di Matteo Renzi per lunedì 17.
Rispetto allo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 5 dicembre, la Furlan ha ribadito che “noi non aderiamo”. E ha sottolineato che “quando si vogliono fare le cose unitariamente gli appelli non si lanciano perché gli altri aderiscano ma per costruire le scelte insieme”. Dopo la manifestazione di sabato si era deciso di proseguire unitariamente la mobilitazione fino allo sciopero della categoria. “Scoprire che un’altra organizzazione da sola decide lo sciopero è un passo indietro rispetto al dialogo tra le organizzazioni sindacali”, ha incalzato in proposito la Furlan, anche in vista del tavolo convocato dal governo di Matteo Renzi per lunedì 17.
I DISTINGUO
Anche la Uil, prima che la situazione precipitasse, aveva chiesto alla Cgil di aspettare prima di decidere. Il tutto per concordare, insieme alla Cisl e alla Uil, le azioni unitarie necessarie a far cambiare verso al Governo. Il concetto era stato espresso chiaramente dal nuovo segretario, Carmelo Barbagallo. “Siamo consapevoli”, aveva spiegato, “che uno sciopero generale rappresenti un sacrificio e un costo per il Paese e, soprattutto, per i lavoratori. Ecco perché noi vogliamo aspettare’’. Risposta che è poi arrivata con la convocazione del prossimo 17 novembre.
Anche la Uil, prima che la situazione precipitasse, aveva chiesto alla Cgil di aspettare prima di decidere. Il tutto per concordare, insieme alla Cisl e alla Uil, le azioni unitarie necessarie a far cambiare verso al Governo. Il concetto era stato espresso chiaramente dal nuovo segretario, Carmelo Barbagallo. “Siamo consapevoli”, aveva spiegato, “che uno sciopero generale rappresenti un sacrificio e un costo per il Paese e, soprattutto, per i lavoratori. Ecco perché noi vogliamo aspettare’’. Risposta che è poi arrivata con la convocazione del prossimo 17 novembre.
Nessun commento:
Posta un commento