Femminicidi, uccisa una donna ogni due giorni
Denunce inascoltate e risposte istituzionali inadeguate: 2013 anno nero
di Alessia Rossi
Minacce continue e denunce inascoltate. E così in Italia i femminicidi non conoscono davvero tregua. Con il 2013 che è stato l’annus horribilis per i delitti contro le donne. Una donna uccisa ogni due giorni: le donne ammazzate sono aumentate del 14% rispetto all’anno precedente. Il dato drammatico emerge dal secondo rapporto sul femminicidio presentato dall’Eures. Nella raccolta di storie emergono violenze su mogli e conviventi in età avanzata, figli maschi che hanno aggredito le proprie madri, donne morte (una su sei) dopo aver mollato il proprio partner.
GUERRA IN FAMIGLIA
Dato ancor più preoccupante è che hanno subito un’impennata anche le violenze in ambito familiare che sono salite da 105 a 122. E non si scherza nemmeno se si pensa alle violenze sulle donne compiute nei rapporti di lavoro, amicizia e vicinato. Per quanto riguarda, invece, la collocazione geografica dei delitti c’è da registrare il sorpasso del sud. Fino al 2012 il triste primato spettava al nord del Paese. La maglia nera spetta al Lazio e alla Campania, con 20 vittime ciascuno; solo a Roma sono state 11. Ma è l’Umbria che fa registrare l’indice più alto di mortalità. In salita anche i matricidi nella maggior parte dei casi compiuti per ragioni di denaro: 23 le madri uccise nel 2013. Violenze che avvengono a mani nude. Il movente più frequente continua a essere quello “passionale”. A questo quadro desolante, l’Eures aggiunge “l’inadeguatezza della risposta istituzionale alla richiesta d’aiuto delle donne”.
Dato ancor più preoccupante è che hanno subito un’impennata anche le violenze in ambito familiare che sono salite da 105 a 122. E non si scherza nemmeno se si pensa alle violenze sulle donne compiute nei rapporti di lavoro, amicizia e vicinato. Per quanto riguarda, invece, la collocazione geografica dei delitti c’è da registrare il sorpasso del sud. Fino al 2012 il triste primato spettava al nord del Paese. La maglia nera spetta al Lazio e alla Campania, con 20 vittime ciascuno; solo a Roma sono state 11. Ma è l’Umbria che fa registrare l’indice più alto di mortalità. In salita anche i matricidi nella maggior parte dei casi compiuti per ragioni di denaro: 23 le madri uccise nel 2013. Violenze che avvengono a mani nude. Il movente più frequente continua a essere quello “passionale”. A questo quadro desolante, l’Eures aggiunge “l’inadeguatezza della risposta istituzionale alla richiesta d’aiuto delle donne”.
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