martedì 18 novembre 2014

Salvini perché non organizzi una marcia contro la 'Ndrangheta???????


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MAFIA AL NORD

I boss al servizio degli imprenditori lombardi

La 'ndrangheta recuperava i crediti alle imprese di Milano, Lecco e Como. Arrestati dai Ros 35 persone che fanno parte dei clan. Filmata per la prima volta riunione di affiliazione

DI LIRIO ABBATE
I boss al servizio degli imprenditori lombardi
Gli imprenditori della Lombardia per recuperare il credito da clienti che non pagavano, si rivolgevano agli uomini d'onore della 'ndrangheta che fra Milano, Lecco e Como sono molto attivi sul territorio. Il retroscena emerge dall'inchiesta dei carabinieri del Ros di Milano che ha portato in carcere 35 persone, dimostrando come è forte sul territorio la presenza mafiosa, tanto che gli imprenditori ne sono consapevoli e si rivolgono ai boss per risolvere problemi economici.
"Nel nome di Garibaldi, Mazzini, Lamarmora" si viene battezzati e si diventa "saggio fratello". Si giura e il patto si conclude così: "Sotto la luce delle stelle e lo splendore della luna sformo la santa catena"

L'indagine coordinata dai pm milanesi ha fatto emergere questo lato oscuro dell'imprenditoria lombarda e soprattutto l'esistenza molto forte sul territorio dei clan calabresi, radicati ormai da decenni, che con la forza dell'intimidazione sono riusciti ad avere il controllo dell'imprenditoria e in alcuni casi anche di professionisti, fra cui avvocati e commercialisti, che operano fra l'Italia e la Svizzera.
"Dovete rinnegare quello che conoscevate sino a ieri" e da questo momento ogni boss si giudica "da solo", ma attenzione: "Scegliete voi quale strada seguire. O il veleno", con il cianuro, oppure la pistola, e "dei colpi canna ne riservate uno per voi" in caso di "trascuranza grave". Finito il giuramento, ci sono "i consigli che non si possono rifiutare"

Alcuni degli arrestati, accusati di essere boss della 'ndrangheta vivevano da alcuni anni in Svizzera, in alberghi di lusso, e rientravano in Italia, in provincia di Lecco, quando dovevano fare riunioni con gli affiliati. Ed è proprio in aperta campagna, a Castello di Brianza in provincia di Lecco, a cinque minuti dal confine con la Svizzera, che i carabinieri hanno registrato per la prima volta nella storia della lotta alla mafia il rito del passaggio di grado fra gli 'ndranghetisti, per la consegna della “santa”.
La "mangiata", che fa parte delle più antiche tradizioni del Mediterraneo, qui diventa l’occasione per dare le "doti", cioè i gradi della ‘ndrangheta, padrino, vangelo, trequartino, santista, sgarrista, tutti sotto il mammasantissima. Nel video dei carabinieri coordinati dal colonnello Giovanni Sozzo del Ros viene documentato l’arrivo di Peppe Larosa, boss di Gifone, paese calabrese, che però domina le cosche lombarde al centro dell'inchiesta milanese conclusa con 40 arresti: "A lui bisogna dire tutto".

Un documento storico e importante che fa comprendere come questi uomini sono legati fra loro, eseguono ordini ben precisi e non si discostano affatto dai loro compari che vivono in Calabria. E fa vedere chi sono i capi che comandano in Lombardia.
 "Noi siamo sempre noi (...) non possiamo cambiare". È una frase che per i giudici può avere il valore di confessione extra-giudiziale

Le intercettazioni sono state effettuate nei mesi scorsi e mettono in evidenza importanti conversazioni di carattere operativo e strategico dei boss.
"Se hai qualche problema dì che vengo io e gli stacco la testa", "Sappi che sei nel mirino", "Vedi quel cazzo di recupero", "Sono tre ditte che devono pagare". Queste alcune frasi delle tante intercettate su richiesta della Procura distrettuale antimafia

Durante le perquisizioni gli uomini del Ros hanno trovato armi e tre quaderni con i rituali di affiliazione e passaggio della “santa”. Gli stessi rituali che i boss leggono durante le riunioni registrate in provincia di Lecco.

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