giovedì 20 novembre 2014

Io non so se Renzi riesce a creare posti di lavoro. Di sicuro i sindacati se amminnistrassero l'Italia riuscirebbero a far fallire il,nostro paese in due mesi.


GOVERNO-SINDACATI 

Jobs act, Renzi contro lo sciopero: «Penso a creare lavoro»

Il premier snobba lo sciopero di dicembre e promette: «Le cose cambieranno».

20 Novembre 2014


Matteo Renzi l'ha già detto più volte che non si farà abbattere dalla piazza. E a fronte dello sciopero generale fissato per il 12 dicembre da Cgil e Uil (la Cisl se n'è tirata fuori), il premier s'è detto sereno, precisando che la sua preoccupazione non è «far scioperare le persone ma farle lavorare».
«Anziché passare il tempo a inventarsi ragioni per fare scioperi», ha spiegato il segretario del Partito democratico a Rtl 102.5, «mi preoccupo di creare posti di lavoro perché c'è ancora tantissimo da fare».
SCIOPERO ANTI-GOVERNO. Quindi Renzi ha aggiunto che «ci sono stati più scioperi in queste settimane che contro tutti gli altri governi»: «L'esecutivo», è stata la sua tesi, «sta cercando di mettere in piedi tutte le azioni necessarie per far ripartire il lavoro. Se coloro i quali non hanno mai scioperato in passato, oggi scioperano sempre, gli faccio i miei auguri».
«LE COSE CAMBIERANNO». Sempre nell'intervista radiofonica, l'ex rottamatore ha precisato che il «Paese diviso in due, tra chi si rassegna e chi va avanti», ma, ha spiegato, «chi oggi in Italia continua a tener duro sta ottenendo risultati».
«Possono fare scioperi», ha argomentato Renzi, «noi abbiamo promesso che cambieremo e, piazza o non piazza, le cose le cambiamo».
CAMUSSO COME SALVINI. Addirittura il presidente del Consiglio ha paragonato il segretario della Cgil Susanna Camusso al numero uno della Lega Nord Matteo Salvini, definiti «due facce della stessa medaglia»: «Ho grandissimo rispetto per loro perché fanno il loro lavoro. Sono dei leader della protesta: chapeau. Ma io non posso permettermi la protesta, sono quello che ci prova non quello che protesta».
JOBS ACT, FIDUCIA POSSIBILE. Sul Jobs act, poi, Renzi ha detto che il governo «è pronto a mettere la fiducia se serve», però il premier ha svelato che «non è detto che ce ne sia bisogno».
«Fino al 19 novembre sembrava di no, vedremo nei prossimi giorni», è stato il commento del presidente del Consiglio sulla riforma del Lavoro.
«Siamo pronti con i decreti attuativi», ha continuato Renzi, «arriveranno nei primi 30 giorni dall'entrata in vigore. Saremo rapidissimi».
AVANTI CON LE RIFORME. Sulle posizioni della minoranza Pd in merito alle misure del governo, il capo dell'esecutivo ha spiegato che «se fosse stato facile cambiare l'Italia l'avrebbe fatto quelli che negli anni precedenti hanno rinunciato, lo avrebbe fatto chiunque». Quindi ha ribadito di «non poterne più di chi continua a rimandare».
Sullo scontro interno al suo partito, Renzi ha spiegato che «è naturale che ci sia chi cerca di bloccare e tirare indietro», tuttavia lui è convinto di «andare avanti» perché «all'Italia servono queste cose».
IL COLLE DECIDE DA SOLO. Nell'intervista con Rtl 102.5, il premier ha anche voluto dire la sua sul caso Giorgio Napolitano e le possibili dimissioni da presidente della Repubblica entro fine 2014.
«È nel suo pieno diritto lasciare prima del tempo», ha detto il premier, «nessuno deve tirargli la giacchetta, neanche io. A me farebbe piacere che restasse il più possibile ma sarà lui a decidere e qualunque sia la decisione dovrà avere la gratitudine di tutti gli italiani e soprattutto delle forze politiche».
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