sabato 22 novembre 2014

Ma va! Guarda che novità. Salvini sugli immigrati e i grillini sugli scontrini. Andiamo bene.

I grillini tornano a litigare sugli scontrini: «Via chi non è in regola»

I «ritardatari» sono molti dissidenti e qualche fedelissimo. Si ipotizza anche una richiesta di espulsione per coloro che non saneranno in tempi rapidi le loro posizioni 

di Emanuele Buzzi

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Strategia politica e questioni interne: una doppia partita che agita i Cinque Stelle e che segna l’agenda politica parlamentare. Il Movimento da un lato punta a rilanciare la sua azione, dall’altro torna a discutere di scontrini. Giornata convulsa, mercoledì, per i pentastellati: a movimentare gli animi lo spettro di un’assemblea congiunta di deputati e senatori. In un primo momento la riunione sembra vertere sia sulla pozione da tenere su Consulta e Colle - un possibile «metodo 5 stelle» per un nome di garanzia, anche se Luigi Di Maio liquida le chance con un perentorio «escludo un accordo con il Pd» - sia sulla rendicontazione tardiva di una folta pattuglia di parlamentari. Sono diciannove - molti dissidenti e anche qualche fedelissimo - i «ritardatari». Si ipotizza anche una richiesta di espulsione per coloro che non saneranno in tempi rapidi le loro posizioni, un richiamo all’ordine «necessario e tempestivo». E un modo anche di dare una scossa ai deputati più «dialoganti» come Paola Pinna, Walter Rizzetto e Massimo Artini. «Questione di immagine: abbiamo fatto della rendicontazione uno dei nostri cavalli di battaglia, dobbiamo rispettarla», dicono fonti vicine ai pentastellati. Ma non solo. Dicono nel Movimento che dietro alla mossa ci sarebbe anche una mini querelle con chi è in disaccordo con la «nuova gestione, che ha visto il passaggio dei dati allo staff di Beppe Grillo». 
Assemblea rinviata
In serata, però, arriva prima la smentita: la riunione è un focus solo sulla politica, annunciano con una nota i capigruppo. Poi, la sorpresa: l’assemblea viene rinviata (possibile che in futuro vengano rese note per trasparenza le presenze). I Cinque Stelle hanno voglia di far sentire il proprio peso. E incassano in giornata un duplice risultato. In Senato fanno asse con il Pd e la maggioranza schierandosi contro un emendamento dell’ex sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo (FI) sull’obbligo di motivazione dei magistrati che si discostano dalla giurisprudenza delle sezioni Unite della Cassazione. Alla Camera, invece, passa un emendamento del Movimento alla Legge di Stabilità: viene prorogata di un anno la compensazione fra debiti e crediti nei confronti della Pubblica amministrazione.

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