NESSUNO VUOLE RINUNCIARE A UNA QUOTA DI TRATTAMENTI ORMAI INACCETTABILI
Gli ex consiglieri regionali: i vitalizi di lusso sono «diritti acquisiti»
La battaglia legale contro i tagli parte dalla Lombardia. Ma ovunque sono pronti i ricorsi Buona parte dei costi delle associazioni di ex eletti è sostenuta dalle Regioni
Fatti incontrovertibili, incapaci tuttavia di scalfire le convinzionidel «Coordinamento nazionale delle associazioni di consiglieri ed ex consiglieri regionali e di ex deputati delle assemblee regionali» guidato dall’ex consigliere della Regione Calabria Stefano Arturo Priolo. Il quale, una decina di giorni fa, ha spedito al presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, e a tutti i governatori una lettera al fulmicotone, preannunciando un diluvio di carte bollate «per resistere in giudizio ovunque contro l’attacco a giusti e legittimi diritti acquisiti». Vedremo. L’unica cosa che però non vorremmo è che le munizioni per sostenere quelle battaglie legali venissero fornite ancora una volta dai contribuenti. In ogni Regione esiste un’associazione degli ex consiglieri, che non si mantiene soltanto con le quote dei soci, ma pure con i contributi dei consigli regionali a cui vorrebbero fare causa nel caso di «attacco ai diritti acquisiti». E che oltre ai soldi mettono a disposizione di quelle associazioni strutture, spazi e personale. Un esempio per tutti? L’associazione degli ex consiglieri del Lazio che tuonano contro la legge appena approvata ha avuto a dicembre 2013 l’ultimo contributo di 10 mila euro, e occupa attualmente alcuni locali negli uffici che ospitano il centro studi Arturo Carlo Jemolo della Regione. Con tanto di segretaria: dipendente e ovviamente stipendiata dal consiglio regionale.
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