sabato 22 novembre 2014

Regioni da chiudere immediatamente.

La guerra degli ex consiglieri regionali per mantenere i privilegi «acquisiti»

22/11/2014 - di 

La racconta Sergio Rizzo sul Corriere: con cifre da capogiro a carico, ancora, degli enti locali

La guerra degli ex consiglieri regionali per mantenere i privilegi «acquisiti»
Tagli ai vitalizi degli ex consiglieri regionali? Tranquilli, ci pensa il Tar. La lotta contro la guerra alla casta e agli sprechi nei palazzoni degli enti locali la racconta per il Corriere della Sera Sergio Rizzo che parla di una vera e propria valanga di ricorsi, da Nord a Sud:
La slavina è partita dalla Lombardia, dove sono scattati i ricorsi al Tar contro il taglio del 10 per cento degli assegni. Poi il fenomeno si è esteso al Trentino-Alto Adige, dove ben 51 ex consiglieri hanno avviato una battaglia giudiziaria contro la richiesta di restituire parte delle somme incassate la scorsa estate come bonus per aver accettato il taglio dei vitalizi in pagamento: li assiste l’ex presidente della Consulta Giovanni Maria Flick.
Le cifre, in qualche caso superiori al milione, si erano rivelate troppo generose e la Regione voleva indietro la differenza. In media il 28 per cento. Loro però si sono opposti, rivendicando come sempre accade il rispetto dei diritti acquisiti. Adesso è la volta degli ex consiglieri della Regione Lazio, che in base alle vecchie norme potevano riscuotere il vitalizio a cinquant’anni di età e dopo il versamento di appena cinque anni di contributi.
PRIVILEGI ALLA PISANA – Ed è dalla Pisana che arriva l’ultima notizia sulla lotta contro i privilegi: la votazione di una legge che innalza da 50 a 60 l’età minima per intascare l’assegno, dando un contributo di solidarietà a chi già ne beneficia. Ma non si tratta di un provvedimento “perfetto”. Spiega Rizzo:
E gli ex non l’hanno mandata giù. Alcuni di loro, ancor prima che quel provvedimento venga pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, hanno preannunciato ricorsi a raffica contro tutto ciò che osi mettere in discussione il dogma dei «diritti acquisiti». Com’è stato già sottolineato su queste pagine, quel provvedimento è ancora lontano dal rappresentare la vera soluzione del problema, che potrà arrivare soltanto con una legge nazionale.
Su tanti aspetti di quelle norme varate nottetempo dai consiglieri laziali ci sarebbe anzi da discutere: per esempio, quel passaggio che consente a chi ha il diritto al doppio vitalizio di rinunciare all’assegno regionale ma a patto che gli vengano resi i contributi versati, intende la restituzione al lordo o al netto di quanto già incassato? Perché se si intendesse al lordo, assisteremmo al paradosso di persone che hanno già incassato tutto, o magari anche più di quanto versato, ai quali verrebbe concesso un bonus supplementare.
I PRIVILEGI ETERNI – Intanto dal «Coordinamento nazionale delle associazioni di consiglieri ed ex consiglieri regionali e di ex deputati delle assemblee regionali», capitanato dall’ex consigliere della Regione Calabria Stefano Arturo Priolo, è partita una lettera al vetriolo per il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. L’annuncio, spiega Rizzo sul Corriere, è quello di una guerra «per resistere in giudizio ovunque contro l’attacco a giusti e legittimi diritti acquisiti». Diritti che però pesano ancora sulle casse regionali. Un esempio? L’associazione degli ex consiglieri del Lazio – riporta il Corriere – ha avuto a dicembre 2013 l’ultimo contributo di 10 mila euro. Attualmente occupano i locali del centro studi Arturo Carlo Jemolo della Regione. Con segreteria, spiega il quotidiano, pagata dalla Regione. Da noi. Difficile rottamare no?

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