giovedì 20 novembre 2014

Sindacalisti che non lavorano. Ormai ridotti a conservare i loro privilegi. Fanno convegni, riunioni e manifestazioni. Che bel lavoro.

Renzi mette all’angolo i sindacati
Si inventano gli scioperi. Scontro totale con la Camusso. Premier contestato a Parma dalla Fiom


dalla Redazione
Contestazioni a Parma per il premier, Matteo Renzi. Scontri tra agenti di polizia e i centri sociali che stavano manifestando. Il presidente del Consiglio è arrivato a Parma per un incontro in comune con il sindaco Federico Pizzarotti e gli altri sindaci dei comuni alluvionati. In piazza a protestare c’era la Fiom: “Siamo qui per dire che non ci piacciono le politiche di Renzi e che non ci piace il Jobs act”, ha affermato Antonella Stasi funzionario della Fiom di Parma, “Renzi viene qui e non ci ascolta. Siamo centinaia di lavoratori. Va a parlare con Dallara, con Pizzarotti, con Barilla. Non è venuto qui per gli alluvionati. Si va in piazza per i diritti e si prendono le botte”. Già in mattinata il premier aveva bacchettato i sindacati per tutti gli scioperi e le proteste che si stanno susseguendo nel Paese: “Non mi preoccupo di far scioperare le persone ma farle lavorare. Anziché passare il tempo a inventarsi ragioni per fare scioperi, mi preoccupo di creare posti di lavoro perché c’è ancora tantissimo da fare. Il Paese è diviso tra chi si rassegna e chi va avanti. Ma chi oggi in Italia continua a tener duro sta ottenendo risultati. Non mi preoccupo: possono far scioperi ma noi abbiamo promesso che cambieremo e, piazza o non piazza, le cose le cambiamo”. Scontro frontale ormai con la Camusso che ha replicato seccamente: “Se fosse vero che il Governo Renzi vuole creare posti di lavoro non distribuirebbe fondi a pioggia alle imprese, ma li vincolerebbe alle assunzioni. Il problema ormai sempre più evidente del presidente del Consiglio – attacca la leader sindacale – è che lui dialoga solo con chi gli dà ragione e non si pone invece il problema che se i lavoratori hanno riempito la piazza il 25 ottobre a Roma, e se continua la mobilitazione forse bisognerebbe ascoltare le ragioni di quel disagio nel mondo del lavoro e dare risposte positive”. 

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