Spending review, Padoan: «Risparmi su tutto»
Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro dell'Economia ha precisato che «nella ricerca dell'efficienza si possono mettere in discussione anche posizioni acquisite». I tagli? «Necessari, ma terremo conto del quadro economico peggiorato»
PIER CARLO PADOAN: «TAGLIEREMO SU TUTTO» Dalla spending review per il 2015 l’esecutivo conta di reperire circa 16 miliardi di euro (soltanto la conferma del bonus 80 euro entro il tetto dei 26mila euro pesa per 10 miliardi). Padoan ha definito la revisione della spesa come lo «strumento guida nella formulazione della legge di Stabilità», rivendicando come sia una «scelta politica decidere se, cosa e come tagliare»: «Andrà coinvolto l’intero governo per identificare obiettivi di risparmio di spesa quantitativi, ma che permettano di preservare l’efficienza dei servizi pubblici. Anche Regioni ed enti locali dovranno essere coinvolti in questo processo».
PADOAN E IL PAREGGIO DI BILANCIO – Se lo scorso aprile il governo Renzi aveva invocato le «circostanze eccezionali», previste dai Trattati europei, perrinviare il pareggio di bilancio di un anno, dal 2015 al 2016, Padoan ha ricordato come rispetto a pochi mesi fa il quadro economico della zona euro sia peggiorato, sia per quanto riguarda la crescita che per l’inflazione in continua flessione. Sulla possibilità di un ulteriore rinvio, Padoan ha precisato:
«Intanto ribadisco ancora una volta che il vincolo 3% nel rapporto tra il deficit e il Pil sarà assolutamente rispettato. Vedremo poi come i tempi di raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio saranno modulati.Dobbiamo rivedere al ribasso le previsioni di crescita del Pil, e quando avremo dati più precisi capiremo quale sarà il cammino verso l’obiettivo. Sicuramente la nostra intenzione è quella di continuare nell’aggiustamento di bilancio».
PADOAN: «PIENA SINTONIA CON DRAGHI» – Padoan ha anche chiarito di sentirsi spesso con Mario Draghi e di essere con lui in «piena sintonia». Nelle scorse settimane il presidente della Banca centrale europea aveva invitato gli Stati a «condividere la sovranità a livello europeo anche per quanto riguarda le riforme strutturali», sottolineando la necessità di «fare sul piano delle riforme strutturali quello che è stato fatto a livello di bilancio». Anche Padoan ha spiegato la necessità di un maggiore coordinamento europeo. Si legge sul Corsera:
«Nel quadro del sistema di sorveglianza europea, le riforme strutturali e il risanamento dei bilanci, andrebbero collegate in modo più stretto? Come interpreta le parole di Draghi?
«Questo è un terreno molto importante, perché è l’approccio delle nuove regole europee, che mettono l’enfasi sulle riforme strutturali e il consolidamento fiscale, due fattori che interagiscono tra di loro. Le riforme richiedono tempo, e magari hanno costi immediati nel breve periodo anche in termini di bilancio, ma le riforme migliorano il bilancio pubblico nel lungo periodo, perché riducono le spese. E poi, e qui mi riferisco a Draghi, in un’area fortemente integrata come la zona euro, se un Paese importante fa le riforme ci sono ricadute pure sui Paesi vicini. Se uno cresce di più perché risolve dei nodi strutturali che fermano la sua economia, questo va a beneficio di tutti. Di questi fatti bisognerebbe tener conto in modo esplicito, bisognerebbe avere una “visione europea” delle strategie di riforma, creando spazio per un maggior coordinamento delle politiche europee».
Secondo Padoan, l’Europa si trova a scegliere se «strisciare nella deflazione e nella bassacrescita» oppure dare «un colpo di reni e ripartire, con le riforme strutturali e un consolidamento di bilancio “growth friendly”». Il problema della crescita è comune (la stessa Germania ha registrato dati preoccupanti, dallafrenata del Pil che aveva segnato un -0,2% nel secondo trimestre dell’anno al calo della fiducia delle imprese, ndr) e per Padoan le difficoltà vanno affrontate con «tutti gli strumenti possibili, e a tutti i livelli di responsabilità, nazionale e comunitaria». In pratica, «c’è bisogno di un’azione comune».
DEBITI PA, PRIVATIZZAZIONI E TASI – Oltre ad aver smentito dissidi con il premier Matteo Renzi e definito “ottimi” i rapporti tra il governo e il commissario alla revisione della spesa Carlo Cottarelli, il ministro dell’Economia ha rivendicato la risoluzione di parte del nodo legato ai debiti arretrati delle pubbliche amministrazioni:
«Il meccanismo dello sconto fatture presso le banche è decollato e sta funzionando molto bene. I fornitori, fin da oggi, possono cedere alle banche il loro credito a condizioni vantaggiose. Ad agosto le imprese sono corse ad presentare le istanze di autocertificazione dei crediti: complessivamente sono quasi 55 mila autocertificazioni, per un importo di circa 6 miliardi. Che si aggiungono ai 26 già pagati con le anticipazioni di tesoreria. Ci aspettiamo che le certificazioni crescano ancora, come i rimborsi», si legge sul Corsera.
Restano da affrontare i debiti in conto capitale, per le quali sono necessarie coperture: «Ce ne occuperemo con la legge di Stabilità». Sui 10 miliardi di privatizzazioni previsti, invece, Padoan ha preso tempo. «Sicuramente entreranno delle risorse. Ma gli immobili e alcune partecipazioni vanno valorizzate prima di essere cedute». In vista del pagamento della Tasi, c’è spazio nell’intervista anche per un commento sul rischio ingorgo a fine anno: «Il pericolo c’è, se i sindaci non prenderanno decisioni sulle aliquote nei tempi previsti. Ma sono fiducioso», ha concluso.
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