giovedì 28 agosto 2014

Perfettamente d'accordo. E questo è il motivo per il quale dico da anni che Grillo è la continuazione di Berlusconi.

Quanto è pericolosa la politica del clicca qui

26/08/2014 - di 

Quanto è pericolosa la politica del clicca quiIn questi giorni si è fatto un gran discutere dell’inchiesta di Sebastiano Messina su Repubblica, in merito al modo in cui alcune notizie vengono presentate dal network pentastellato facente capo a Beppe Grillo (ma più variamente, da molti siti e non siti italiani ed esteri)
Ne abbiamo parlato anche noi, ma la discussione che vorrei qui fare riguarda un solo aspetto della faccenda, quello politico.
Non è una novità per nessuno come da Berlusconi in poi, ma anche prima, la politica – che doveva essere l’arte di amministrare la cosa pubblica affinché sapesse fare il meglio per i cittadini – è diventata un mestiere in cui l’essere politico stesso conta più di come lo si fa e di cosa si fa. Va da sé che in questo contesto, ha assunto più importanza il balletto di marketing intorno ai fatti, piuttosto che i fatti stessi.
Attenzione: Beppe Grillo non è il solo che ha applicato questi concetti alla politica, e che lo sta facendo ancora adesso. E infatti il problema non è lui, ma è diventato ormai il concetto di politica che si ha in questo paese, in cui non si è mai preteso nulla di concreto ma solo che qualcuno ci dicesse la frase giusta, come quelle che ti sussurra un uomo la prima sera per conquistarti. Ma la politica non è un prodotto da vendere né una ragazza da conquistare: è un percorso da compiere con la massima lucidità e onestà, tutti insieme, non tanto per utopia quanto perché è l’unico modo affinché abbia un senso.
In altre parole, accettare la politica della pubblicità è accettare il declino di un paese non in grado di ragionare su sé stesso con lucidità. Fino a quando questo non sarà chiaro, nessun deus ex machina ci salverà dal nostro triste pantano, che noi si clicchi qui o meno.

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