Gaza, Abu Mazen contro Hamas: “Tragedia evitabile”
“Potevamo evitare tutto questo: 2000 martiri, 10mila feriti, 50mila case danneggiate o distrutte”, così – in un’intervista a una tv palestinese – Abu Mazen ha oggi chiamato in causa Hamas davanti alle proprie responsabilità, accusandolo di non aver agito per fare in modo che il cessate il fuoco con Israele mediato dall’Egitto potesse essere accettato prima. In precedenza, il presidente dell’Anp aveva parlato di una disponibilità da parte del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu a riconoscere uno Stato palestinese nei confini del 1967. “Una cosa simile non è mai accaduta”, la replica dell’ufficio stampa del premier israeliano.
Intanto Khaled Meshaal, leader di Hamas, dal suo esilio in Qatar, ha escluso il ricorso al disarmo: “Le armi della resistenza sono sacre e non accetteremo che siano nell’agenda”. Il disarmo dell’organizzazione è una delle priorità poste da Israele, che con il proprio ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, ha esplicitato: “E’ evidente che a meno che Hamas sia disarmato e i suoi strumenti di controllo smantellati, non possa esserci pace e sicurezza sia per gli israeliani sia per i palestinesi”.
Si contano intanto le vittime civili del conflitto che per cinque settimane ha devastato la striscia di Gaza; tra questi, scrive l’agenzia di stampa Nena, 17 giornalisti, 16 palestinesi e l’italiano Simone Camilli; per far luce sull’utilizzo delle armi nei confronti della stampa, scrive Nena News, “il Sindacato dei Giornalisti Palestinesi (PJS), affiliato alla Federazione Internazionale dei Giornalisti, ha fatto appello per l’apertura di una commissione d’inchiesta indipendente sulla morte degli operatori stampa”.
Redazione online
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