giovedì 28 agosto 2014

Andiamo avanti. Sono trenta anni che questo paese non si muove. E quando si è mosso è andato sempre indietro. Basta.

Liceali, stage al museo. E alle elementari 

più maestri per classe

Piano istruzione da 3 miliardi l’anno I dubbi sui fondi Renzi rinvia le scelte in attesa di capire se ci sarà flessibilità sui conti da parte dell’Unione Europea

di Gianna Fregonara

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ROMA - Raddoppiare il numero di ore degli stage dei ragazzi degli istituti tecnici e dei licei, estendendoli agli ultimi due anni di studio. Ristrutturare i laboratori delle scuole anche con l’aiuto dei privati e delle aziende per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro nell’ambito dei progetti di «alternanza». 
Se per le scuole primarie il piano del governo punta a reintrodurre la compresenza in classe per alcune ore eliminata dalla Gelmini
Se per le scuole elementari il piano del governo punta a un aumento dell’organico (usando una parte dei supplenti/precari) restituendo una parte degli insegnanti tagliati dalla riforma Gelmini, reintroducendo la compresenza in classe per alcune ore e puntando - se i fondi lo permetteranno - a introdurre un’ora alla settimana di musica per i bambini, per le scuole superiori l’investimento riguarderà - oltre al rafforzamento dell’inglese - soprattutto l’aspetto legato all’ingresso nel mondo del lavoro e a combattere la dispersione scolastica, soprattutto nei primi anni degli istituti tecnici. 

I dettagli del piano del governo per la scuola sono ancora in via di definizione e c’è incertezza su quanto il premier sarà in grado di annunciare già venerdì sera: le novità, compreso tutto quanto è legato alle assunzioni dei precari e a nuove immissioni di insegnanti, costano tre miliardi all’anno a regime. Questo se l’intero piano elaborato dal Miur e dalla presidenza del Consiglio venisse attuato: la consultazione pubblica alla quale verranno sottoposte le idee sulla scuola nei prossimi mesi serve anche a creare le condizioni perché si capisca se l’Italia potrà contare su una maggiore flessibilità sui conti da parte dell’Unione Europea o se si dovrà ripiegare su un piano dai tempi più lunghi e dai costi minori. 
Per potenziare i laboratori negli istituti tecnici si punta a defiscalizzare i contributi dei privati
Per la parte che riguarda il progetto scuola-lavoro e per i laboratori in particolare, al ministero hanno lavorato a un piano straordinario, per la riqualificazione. Se alla fine entrerà nelle linee guida di venerdì, oltre al finanziamento statale si prevederà l’intervento dei privati: l’ipotesi principale è la defiscalizzazione dei contributi (credito d’imposta o bonus) oppure, come avviene già in alcune realtà, le aziende potranno poi usare durante i pomeriggi gli impianti per la formazione dei propri dipendenti. Infine, come spiega il sottosegretario D’Onghia, potrebbero essere «usati anche i fondi europei in progetti innovativi misti scuola-azienda nelle regioni che ne hanno diritto». 

Per quanto riguarda i progetti di alternanza, che sono già funzionanti ma sono usati solo dai ragazzi del penultimo anno delle superiori, sostanzialmente dagli istituti tecnici (sono coinvolti secondo i dati dello scorso anno 3.177 istituti, quasi uno su due, 228 mila studenti, cioè l’8,7 per cento degli iscritti, il 20 per cento in più del 2012), l’obiettivo è allargare sia la platea che la durata degli stage. 
Il sottosegretario D’Onghia: «Anche per i liceali è importantissimo confrontarsi con il mondo del lavoro, magari nei musei»
«Dobbiamo coinvolgere tutto il sistema: lo stage si deve poter fare anche nelle piccole imprese, che rappresentano il 90 per cento della nostra economia, dal gelataio all’artigiano - spiega il sottosegretario Angela D’Onghia - e per i liceali è importantissimo confrontarsi con il mondo del lavoro, potrebbero usare le due settimane di alternanza per “lavorare” nei musei o seguire i restauri di opere d’arte». Dal gelataio o al museo: il piano è già in stato avanzato di elaborazione e per la fine del mese è previsto un provvedimento dpr che fissa i paletti dei percorsi scuola-lavoro. Si dovranno trovare i fondi per incentivare le aziende, quelle medio-piccole soprattutto, coprendo i costi assicurativi dell’esperienza dei ragazzi. 

Intanto da questo anno scolastico parte la prima esperienza di apprendistato, quanto di più simile c’è finora al sistema duale che ha reso la Germania leader nella formazione professionale. Saranno 150 i ragazzi «assunti» per una settimana al mese durante l’anno scolastico dall’Enel in otto regioni italiane. È un progetto introdotto nella riforma Carrozza e portato avanti in questi mesi dal sottosegretario Gabriele Toccafondi: «L’azienda assume l’intera classe speciale, selezionata appositamente tra i ragazzi del terzo anno degli istituti tecnici, darà un piccolo compenso e il lavoro vale come ora di lezione. Le misure attuative purtroppo sono arrivate solo a luglio - ha spiegato il sottosegretario - ma dall’anno prossimo vorremmo coinvolgere non solo grandi aziende ma anche consorzi, distretti, Camere di commercio nelle varie regioni italiane». 

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