giovedì 28 agosto 2014

Ecco come fanno i processi quelli con i quali Di Battista dialoga. Più o meno come Grillo espelle quelli che non pensano come lui.

Egitto, quattro decapitati: “Erano spie Mossad” Decine di soldati siriani giustiziati dai jihadisti

Le presunte immagini delle esecuzioni sono state diffuse in un video su YouTube. In Siria fonti dell’Isis parlano di 200 morti.
ANSA

28/08/2014
«Spie del Mossad». Con questa accusa alcuni militanti di Ansar Bayt al-Maqdis, gruppo terroristico basato nel Sinai, hanno decapitato quattro cittadini egiziani. Le presunte immagini delle esecuzioni, che risalgono a inizio mese, sono state diffuse in un video su YouTube. Se l’autenticità del video fosse confermata, sarebbe la prima volta che un’organizzazione terroristica in Egitto esegue decapitazioni in pubblico e davanti alle telecamere. Secondo i militanti, le quattro «spie» hanno fornite informazioni di intelligence ai servizi segreti israeliani per un raid aereo avvenuto il 23 luglio in cui hanno perso la vita tre combattenti di Ansar Bayt al-Maqdis. Le «spie» erano state catturati dai terroristi del Sinai mentre si dirigevano verso la città di Sheikh Zuwaid, distante solo pochi chilometri dalla Striscia di Gaza. Le immagini del video, che dura circa cinque minuti e mezzo, sono di buona qualità. Si vedono otto uomini armati e con il volto coperto da passamontagna e in primo piano il loro presunto leader, che legge la condanna a morte per i quattro cittadini egiziani, bendati e in ginocchio davanti a lui. Secondo l’uomo, due delle presunte «spie» avrebbero confessato di essere state pagate dal Mossad, mentre le altre due sarebbero state in carcere in Israele per contrabbando. Poco più tardi le immagini choc delle esecuzioni, con la telecamera che indugia sulle teste mozzate dei quattro egiziani. 

Decine di soldati siriani giustiziati  
La notte scorsa i jihadisti dello Stato islamico hanno giustiziato «decine di soldati siriani» fuggiti dalla base aerea di Tabqa, nel nord della Siria. Lo ha riferito Rami Abdel Rahmanel direttore dell’Osservatorio siriano dei diritti umani mentre fonti jihadiste su twitter parlano invece di 200 morti. Nelle ultime ore, lo Stato islamico ha pubblicato alcune immagini di soldati dell’esercito lealista siriano fatti prigionieri, spogliati dei loro abiti e fatti mettere in fila in una zona desertica non meglio precisata. Le didascalia affermava che si tratta di «membri e ufficiali dell’esercito alawita», in riferimento alle forze fedeli al presidente Bashar al Assad, membro della comunità alawita, branca dello sciismo. Altre foto, pubblicate stamani, mostrano soldati prigionieri con indosso solo le mutande, inginocchiati in fila mentre miliziani jihadisti puntano loro le canne dei fucili automatici e pistole.  

Nuovi scontri al confine  
Intanto truppe libanesi si sono scontrate con uomini armati in una zona a maggioranza sunnita nei pressi del confine siriano, teatro tre settimane fa di combattimenti con i ribelli siriani. L’attacco contro un checkpoint dell’esercito nella zona di Aarsal c’è stato «prima dell’alba, senza fare vittime», ha riferito una fonte della sicurezza, precisando che «scontri sono in corso». L’area di Aarsal è un’enclave sunnita nella zona a maggioranza sciita della Valle della Bekaa e ospita migliaia di rifugiati siriani. Lo scorso 2 agosto, in seguito all’arresto di un capo jihadista, l’area era stata teatro di pesanti scontri tra i militari libanesi e i ribelli siriani che avevano provocato la morte di 19 soldati, 16 civili e decine di jihadisti. I miliziani islamici si erano ritirati dopo la tregua, portando via 24 poliziotti e soldati come ostaggi. 

Americano morto combattendo con l’Isis  
Un secondo cittadino Usa è morto combattendo al fianco dei jihadisti dell’Isis in Siria, negli stessi scontri in cui lo scorso weekened è stato ucciso l’americano Douglas McArthur McCain. Lo riferiscono i media americani. La vittima è stata identificata come Abdirahmaan Muhumed, 29 anni, di Minneapolis, ma al momento la sua morte non è stata confermata dal dipartimento di Stato Usa. «Stiamo verificando», ha detto la portavoce, Jen Psaki. Muhumed sarebbe morto in scontri tra i jihadisti dell’Isis e i ribelli siriani.  

Usa, i repubblicani appoggeranno i raid  
Proprio oggi negli Usa i repubblicani hanno assicurato al presidente, Barack Obama, il sostegno ai raid aerei contro gli estremisti dell’Is (o Isil, o Isis) in Iraq e Siria, se chiederà un voto per autorizzare le missioni. A dirlo è stato Mitch McConnell, leader della minoranza repubblicana in Senato, in un’intervista alla Cnn. «Credo avrebbe senso per lui ottenere il nostro sostegno. E’ piuttosto chiaro - ha detto - che l’Isis rappresenta una seria minaccia. Hanno il potenziale per colpirci qui a casa nostra. Lui è il presidente degli Stati Uniti e, se e’ pronto a fermarli, sono sicuro che avra’ molto sostegno da parte del Congresso». Gli Stati Uniti hanno già lanciato almeno 100 raid aerei contro l’Is in Iraq, ma finora la Casa Bianca non ha chiesto il consenso del Congresso, visto che non ritiene necessario ottenere l’approvazione dei parlamentari per missioni «finalizzate a proteggere il personale americano e gli interessi degli Stati Uniti», su richiesta del governo iracheno. 

In Siria rapiti 43 caschi blu  
Le Nazioni Unite confermano: 43 caschi blu sono stati detenuti da un gruppo armato in Siria e altri 81 sono confinati nelle loro posizioni nel Golan. 
L’ufficio del portavoce del Segretario Generale Ban Ki moon ha detto che sono stati detenuti oggi all’alba durante «un periodo di aumentati combattimenti tra elementi armati e le forze armate di Damasco». Altri 81 peacekeepers «hanno i movimenti ristretti alle loro posizioni nei pressi di Ar Ruwayhinah e Burayqah.» 

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