Marchionne a Renzi: «Vai avanti così,
ma il Paese verso brutta impennata »
«Inconcepibile vedere il paese immobile» dice l’ad di Fiat nel suo intervento. Sulla copertina dell’Economist: «Basta vederci con gelato e barchetta, gli italiani sono bravi»
«Non sopporto più di vedere gente con il gelato, barchette e cavolate. Voglio essere orgoglioso di essere italiano, di poter dire che siamo veramente bravi come gli altri perché lo siamo». Non ci sta l'amministratore delegato della Fiat. Che rispedisce al mittente gli attacchi all'Italia di questi ultimi giorni. Marchionne si riferisce all'ultima copertina dell'Economist. «Saranno almeno 10 anni che dico che abbiamo bisogno di riforme e trasformazioni strutturali per recuperare il livello competitivo del Paese. Ma l’Italia non sembra capace di reagire». Sergio Marchionne parla al Meeting di Cl di Rimini e la sua analisi è spietata. «Guardare un paese immobile e incapace di avviare un anche piccolo cambiamento è qualcosa di inconcepibile»- dice l’ad al pubblico che lo segue in silenzio. L’ad di Fiat vede da una parte un’Italia che non riesce a cambiare, dall’altra un gruppo, quello del Lingotto, che invece quel percorso l’ha fatto. «Quello che abbiamo fatto noi è uno dei tanti esempi di come reagire ma dobbiamo avere la consapevolezza che abbiamo di fronte una Italia tutta da ricostruire».
L’Italia non può aspettare
Marchionne dice: «L’Italia vive una recessione prolungata in condizioni che non sono più in grado di garantire un paese competitivo» e per questo: «Serve una nuova fase di ricostruzione rilancio nazionale e le risorse per farlo, le qualità umane e culturali, non mancano». L’amministratore delegato di Fiat incoraggia l’esecutivo presieduto da Renzi: «Il presidente del Consiglio ha un ruolo arduo e ingrato ma pare determinato e coraggioso per demolire le forze di resistenze al cambiamento e alle riforme e io l’ho incoraggiato a proseguire l’intento riformatore senza curarsi degli attacchi. Dobbiamo smettere di aspettare il miracolo». Lancia invece una stilettata nei confronti di chi fa ostruzione al processo di cambiamento: «Non è più possibile sprecare energie e risorse verso obiettivi che non siano di interesse comune. Perdere tempo è antieconomico, immorale». Poi la previsione che sa di allarme: «Il paese non può più aspettare, tra crisi e disoccupazione potrebbe prendere una brutta impennata».
Fiat non chiude in Italia
«Non intendiamo chiudere nessuno stabilimento in Italia. Stiamo utilizzando la forza che abbiamo fuori dall’Italia». Marchionne ha ribadito le cose che già tante volte ha detto: «L’ho detto e lo ribadisco: non intendiamo chiudere nessuno stabilimento in Italia, ci accolliamo i costi della modernizzazione degli impianti». L’Italia, avverte Sergio Marchionne dal Meeting di Rimini, vive oggi «una recessione prolungata in condizioni che non sono più in grado di garantire un paese competitivo»
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