Siria, caschi blu ancora sotto attacco
Kerry: «Serve coalizione contro Is»
I peacekeeper filippini sono circondati sulle alture del Golan dai ribelli siriani. Il re saudita Abdullah: «Prossimo obiettivo di Isis è l'Occidente»
Caschi blu ancora sotto attacco. I ribelli siriani hanno attaccato una postazione di peacekeepers filippini sulle alture del Golan e c'è stato uno scontro a fuoco. La notizia dopo che due giorni fa i ribelli hanno preso in ostaggio decine di peacekeeper delle Fiji. Degli oltre 70 caschi blu filippini circondati dai ribelli su due postazioni nel Golan, un primo gruppo è riuscito a sfuggire all'assedio, mentre il secondo gruppo di militari «è attualmente sotto attacco», ha reso noto il ministro della Difesa di manila Voltaire Gazmin. Giovedì scorso, i jihadisti del Fronte al-Nusra e altri gruppi islamici avevano circondato le Postazioni 68 e 69 dei Caschi Blu e avevano intimato ai circa 75 filippini schierati nelle due zone di consegnare le loro armi, scontrandosi con un rifiuto.
L'editoriale sul NyTimes
Nel frattempo Kerry, in un editoriale sul New York Times ha fatto il punto sulle posizioni della Casa Bianca sulla questione medio orientale. «Quello di cui c'è bisogno per contrastare la visione nichilista e l'agenda di genocidio dello Stato islamico, è una coalizione mondiale che usi strumenti politici, umanitari, economici e di intelligence a sostegno della forza militare», scrive il segretario di Stato. «Creare una coalizione sarà difficile ma è il miglior modo di contrastare un nemico comune», ha scritto Kerry, secondo il quale lo stato islamico «rappresenta una minaccia che va ben oltre la regione». «E' evidente che questi estremisti, lasciati senza controllo, non si accontenteranno di fermarsi alla Siria e all'Iraq. Con una risposta congiunta condotta dagli Stati Uniti e la più ampia coalizione possibile, non sarà permesso al cancro dell'Is di espandersi negli altri Paesi. Lo Stato islamico è detestabile ma non onnipotente». John Kerry ha annunciato inoltre che a margine del vertice Nato della prossima settimana in Galles incontrerà, insieme al Segretario della difesa Chuck Hagel, le loro controparti dei Paesi europei alleati. «L'obiettivo è raccogliere l'appoggio più grande.» Nello stesso editoriale Kerry ha poi scritto che gli Stati Uniti, che avranno la presidenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu a settembre, useranno questa opportunità «per continuare a costruire una vasta coalizione e mettere in evidenza il pericolo rappresentato dai combattenti terroristi stranieri». In occasione dell'Assemblea Generale a fine settembre, il presidente Obama «guiderà un vertice del Consiglio di sicurezza, per presentare un piano per affrontare questa minaccia collettiva», ha scritto infine il segretario di Stato.
Azione rapida contro la jihad
Nel frattempo il re saudita Abudllah ha avvisato l'Occidente. Che - a suo dire - «sarà il prossimo obiettivo degli jihadisti sunniti dello Stato islamico». Il re saudita ha invitato a mettere in campo un'azione «rapida» per contrastare i miliziani in Iraq e Siria. «Se li ignoriamo, sono sicuro che raggiungeranno l'Europa in un mese e l'America in un altro mese», ha affermato re Abdullah in un discorso rilanciato dal quotidiano Asharq al-Awsat e da Al-Arabiya. Il terrorismo «non conosce confini ed è un pericolo che può colpire diversi Paesi al di fuori del Medio Oriente», ha aggiunto il re.
Turcomanni circondati in Iraq
Sull'altro fronte della guerra, l'esercito iracheno, appoggiato da migliaia di membri delle milizie sciite, ha lanciato un'offensiva per rompere l'assedio dello Stato islamico (Isis) alla città di Amerli, nel nord dell'Iraq, dove circa 12.000 membri della minoranza sciita turcomanna sono asserragliati da circa due mesi. In attesa delle forniture di armi promesse dagli Usa, a Baghdad sono arrivati i primo modernissimi elicotteri d'attacco russi Mil Mi-28n che le forze armate irachene intendono usare contro gli jiahdisti.
Il mistero del soldato libanese decapitato
È mistero in Libano su un video postato da un sedicente jihadista sulla presunta decapitazione di uno dei soldati libanesi catturati da milizie dello Stato islamico (Isis) e dal Fronte al Nusra durante scontri avvenuti all'inizio di agosto nell'est del Paese, al confine con la Siria. Diversi media libanesi hanno messo in dubbio l'autenticità delle immagini, mentre le autorità finora non si esprimono. Nel video viene mostrata la decapitazione di un giovane in abiti civili e con la barba.
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