Medio Oriente, l’incontro segreto tra Netanyahu e Abu Mazen
Secondo il quotidiano giordano "Al-Ghad", si sarebbero visti alcuni giorni fa ad Amman per discutere della tregua a Gaza
GAZA, INCONTRO SEGRETO ABU MAZEN-NETANYAHU – Ieri in conferenza stampa il primo ministro israeliano Netanyahu ha spiegato che ”vedrebbe di buon occhio” l’ingresso della forze di Abu Mazen a Gaza. Per poi rivendicare come, a suo dire, Israele abbia ottenuto nel corso dell’operazione Protective Edge «un grande successo militare e politico». Il 54 per cento degli israeliani, però, risulta scettico sulle affermazioni di Netanyahu, almeno secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano “Haaretz“. A due giorni dall’entrata in vigore della tregua permanente, secondo il sondaggio citato da “Hareetz”, per la maggioranza degli israeliani dopo sette settimane di offensiva non c’è stato alcun vincitore (il sondaggio è stato realizzato su un campione di 464 cittadini israeliani, con un margine di errore del 4,6 per cento, ndr).
In 51 giorni l’operazione lanciata da Israele sulla Striscia di Gaza ha causato 2.136 vittime civili e 11mila feriti tra i palestinesi, mentre nel fronte israeliano sono stati 64 i militari che hanno perso la vita e 5 le vittime civili. Secondo le stime dell’Onu, inoltre, nella Striscia sono state distrutte più di 17mila case e 100mila persone sono rimaste senza tetto.
PRECIPITA FIDUCIA SU NETANYAHU – Un altro sondaggio, riportato dalquotidiano israeliano Ynet, ha riportato come il sostegno a Benjamin Netanyahu sia precipitato di quasi 50 punti dopo l’intesa sulla tregua. Durante il conflitto la popolarità del premier era salita, sfiorando l’82%, mentre dopo l’annuncio del “cessate il fuoco”, due giorni fa, i sondaggi hanno indicato come soltanto il consenso del premier sia crollato fino al 38%. Critiche sono arrivate anche dallo stesso Likud, il partito del premier: «La missione non è stata completata. Abbiamo promesso agli elettori che saremmo stati risoluti contro Hamas, ma quando ne abbiamo avuto la possibilità abbiamo esitato. Dovremo affrontare Hamas di nuovo, è soltanto una questione di tempo», ha attaccato Danny Danon, ex vice ministro della Difesa e capo del comitato centrale del partito.
LA RICHIESTA PALESTINESE – Intanto l’Autorità palestinese sta valutando l’idea di chiedere di nuovo al Consiglio di sicurezza dell’Onu, in programma il prossimo 15 settembre, che venga stabilito un piano per il ritiro di Israele ai confini precedenti il 1967. A precisarlo è stato Nabil Shaath, dirigente del movimento di Fatah, all’agenzia di stampa palestinese “Ma’an”. Nel caso di rifiuti, i palestinesi potrebbero denunciare Israele al Tribunale penale internazionale. La Lega araba si riunirà al Cairo tra il 7 e il 9 settembre prossimi per decidere se fornire il proprio appoggio politico all’iniziativa di Abbas, che avrebbe già raccolto l’appoggio di Paesi come Egitto e Arabia Saudita.
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