Renzi: «Non accettiamo lezioni
Noi punto di riferimento in Europa»
Il premier invia una lettera ai militanti alla vigilia della festa dell’Unità di Bologna
La festa del Partito Democratico continuerà a chiamarsi festa dell’Unità. Il premier Matteo Renzi invia una lettera agli organizzatori della kermesse che si aprirà domani, mercoledì 27 agosto a Bologna e rivolgendosi al «popolo» democratico specifica che il partito ha scelto di «chiamare le nostre feste de l’Unità, per dire che questa è casa nostra, una casa aperta, e che il giornale fondato da Antonio Gramsci tornerà a vivere, a creare dibattito, a sferzare e sferzarci, come ha fatto in tutti questi anni e come fa Europa, più giovane, ma vitale».
Il Pd fa scuola
Il Partito Democratico non accetta lezioni, spiega il premier, «Ogni tanto qualcuno ci viene a fare la lezione sulle priorità, che noi abbiamo ben chiare». A dare lezioni sarebbe più il Pd e non solo all’Italia, ma a tutta l’Europa: «Oggi il Pd è guardato in tutta Europa, e non solo, come un riferimento, talvolta indicato come modello dai nostri partner socialisti, come in passato facevamo noi con il New Labour britannico o la Neue Mitte tedesca. Anche questa è una responsabilità che sentiamo come democratici e che non mettiamo là in una teca, come un trofeo, ma come un investimento sul nostro futuro. Un partito sveglio, in rete, ficcato nel territorio come un chiodo, impegnato non a parole sulla parità, aperto al mondo, curioso, ambizioso, intransigente sui diritti da difendere, come abbiamo fatto riportando a casa Meriam o andando in Iraq a dire ai profughi che scappano dal terrore che l’Europa è lì con loro».
Dalle elezioni al governo del paese
Dal giorno delle elezioni, con una vittoria che «non ci aspettavamo», a un governo che «abbina questa spinta verso il futuro che sempre contraddistingue i democratici e i progressisti con l’orgoglio per le nostre radici, per le culture che si sono mescolate nell’impasto unico del Pd; quelle della sinistra, della sua tradizione, del cattolicesimo democratico, del liberalismo, dell’ambientalismo. Abbiamo scelto di chiamare le nostre feste de l’Unità, per dire che questa è casa nostra, una casa aperta, e che il giornale fondato da Antonio Gramsci tornerà a vivere, a creare dibattito, a sferzare e sferzarci, come ha fatto in tutti questi anni e come fa Europa, più giovane, ma vitale».
I mille giorni al vaglio del Consiglio dei ministri
Scuola, Giustizia e Sblocca-Italia: il Consiglio dei ministri di venerdì 29 agosto si annuncia corposo e, d’altra, parte il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, da un mese a questa parte, indica la fine di agosto come uno dei momenti più importanti della legislatura. Perché da lì cominceranno i «mille giorni», la cornice temporale entro la quale il Paese cambierà volto, stando almeno alle aspettative del Capo dell’esecutivo. Anche di questa fase del governo Renzi ha parlato nella lettera indirizzata ai militanti bolognesi. Mille giorni fatti dell’«assetto dell’Italia, la sua capacità come comunità di fare fronte agli impegni presi e alle sfide di una competizione globale, alla nostra storia e al futuro di un grande Paese europeo, tanto più nel pieno del nostro semestre di presidenza dell’Unione». I dubbi, certo, non mancano e sono legati prevalentemente alle entrate e alle uscite dello Stato. Per questa ragione l’appuntamento di venerdì viene considerato una sorta di «antipasto» della legge di Stabilità, soprattutto per quanto riguarda lo Sblocca-Italia. Ecco perché il presidente del Consiglio, nel rispedire al mittente qualsiasi ipotesi di nuove tasse, sottolinea anche che bisogna agire con decisione sulla spesa pubblica, tagliando gli sprechi.
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