mercoledì 27 agosto 2014

La Mogherini è un'ottima candidata. Aspettiamo che venga nominata.


Alto rappresentante, Mogherini convinta di potercela fare: “Contro di me nessuna vera critica”

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Il lavoro estivo potrebbe avere aiutato l’aspirante Lady Pesc a guadagnare punti, tanto che Georgieva starebbe già cercando una soluzione alternativa. Rimangono da convincere i Paesi dell’Est e da risolvere la difficile questione donne: appena quattro le candidate ufficiali
L’Italia sta preparando con cura il vertice straordinario dei leader europei che tra poco più di una settimana (il prossimo 30 agosto), dovrebbe arrivare a definire almeno i nomi di Alto rappresentante e presidente del Consiglio europeo, sbloccando l’impasse sulla formazione del nuove esecutivo comunitario. All’appuntamento il nostro Paese si presenta sempre più convinto di riuscire, questa volta, a far passare il nome di Federica Mogherini, già bocciato a luglio, con ben 10-11 Paesi contrari. “In realtà una critica vera e propria alla mia candidatura non è mai stata formalizzata”, puntualizza oggi Mogherini, intervistata da Repubblica. C’è, invece, sostiene “un problema complessivo legato agli equilibri tra famiglie politiche e aree geografiche che devono trovare una rappresentanza”. Già Mogherini inizia ad usare i toni da responsabile della diplomazia europea: “Sull’Iraq – dice – abbiamo fatto un ottimo gioco di squadra: è un buon modo di lavorare, dimostra che quando c’è volontà politica l’Europa può dare risposte velocemente ed in modo unitario. È questa l’Europa che ci piace e che ci chiedono gli europei”.
La fervente attività con cui il ministro degli esteri italiano si è messo in mostra durante la pausa agostana, potrebbe in effetti averle fatto guadagnare punti: Mogherini è stata la prima (seguita poi dal ministro degli esteri francese, Laurent Fabius) ad insistere per un Consiglio affari europei straordinario sull’Iraq, il nostro Paese, così come la Germania, ha dato il via libera a tempo di record all’invio di armi alla resistenza curda e anche il premier, Matteo Renzi ha contribuito a sottolineare la volontà italiana di giocare un ruolo chiave nella politica estera europea, volando ieri a Baghdad in veste dii presidente di turno dell’Ue. Un lavoro attento che potrebbe avere reso più reali le chanches di Mogherini di spuntarla, come dimostrerebbe il fatto che, secondo la stampa bulgara, Sofia starebbe già cercando una posizione alternativa (forse l’Ambiente) per la rivale di Mogherini, l’attuale commissaria agli Aiuti umanitari, Kristalina Georgieva. Ancora più difficile sembrerebbe per l’altro aspirante alla poltrona di Alto rappresentante, il ministro degli esteri polacco, Radoslaw Sikorski: oltre ad essere uomo (ostacolo da non sottovalutare in una Commissione che si profila come decisamente poco rosa), pesa la sua gaffe di fine luglio quando, non sapendo di essere registrato, ha definito come “worthless” (prive di signficato), le relazioni tra Polonia e Usa. In più al meeting straordinario di Ferragosto, Sikorski non si è nemmeno presentato.
Se Mogherini la dovesse spuntare sui candidati dei Paesi dell’Est (critici con la sua politica definita come troppo morbida nei confronti della Russia), si potrebbe profilare un altro problema, e cioè quello di un bilanciamento “geografico”, che porterebbe a dover affidare a un candidato di quell’area un’altra posizione di rilievo. Da occupare c’è ancora la casella di presidente del Consiglio europeo, tanto che la stampa lettone ha già lanciato la corsa del candidato nazionale, l’ex premier (popolare) Vladis Dombrovskis a successore di Herman Van Rompuy.
Il risiko rimane complicato e da risolvere resta comunque la questione donne che, come ha avvertito anche la portavoce di Jean-Claude Juncker, rischia di fare slittare l’entrata in funzione del nuovo esecutivo. Fino ad ora sono state ufficializzate appena quattro candidature femminili: oltre a Mogherini e Georgieva, anche la svedese, Cecilia Malmstrom e la ceca, Vera Jourova. Ancora non tutti i nomi dei candidati sono noti: Belgio e Paesi Bassi non hanno scelto su chi puntare, mentre hanno presentato una lista di potenziali candidati Danimarca, Cipro e Slovenia. Anche se tutti e cinque i Paesi (cosa altamente improbabile) decidessero di scegliere una donna, si arriverebbe a nove commissarie, eguagliando soltanto l’attuale Commissione, quando l’obiettivo era almeno di eleggerne una in più. La risicata rappresentanza femminile rischia di portare alla bocciatura del nuovo esecutivo da parte del Parlamento europeo che, ha già fatto sapere, non accetterà una squadra che non sia abbastanza rosa.

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