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Le prime anticipazioni sulle decisioni che dovranno essere adottate nel Consiglio dei ministri di venerdì prossimo arrivano dallo stesso ministro: "Bisogna superare definitivamente il sistema delle supplenze. I supplenti non saranno eliminati fisicamente  -  ha ironizzato la Giannini  -  Come fare lo vedrete nelle prossime settimane". Le supplenze, secondo l'inquilino di viale Trastevere, vanno riconsiderate perché si conosce già dall'inizio dell'anno scolastico quali sono i posti da sostituire stabilmente. Sembra quindi che la proposta di alcuni sindacati di passare dall'organico "di diritto" a quello "funzionale" venga presa in seria considerazione dal governo. In ballo 160mila precari delle graduatorie ad esaurimento, che potrebbero vedersi aprire le porte di una possibile e più rapida stabilizzazione, e 400mila supplenti delle graduatorie d'istituto che potrebbero essere invece cancellati per sempre dalla mappa del precariato italiano.

Per il ministro, sbrogliare la matassa delle supplenze della scuola "significa prendere con molta consapevolezza e determinazione questo aspetto come uno degli aspetti prioritari per una rivisitazione del sistema educativo italiano". Perché le supplenze "non fanno bene né a chi le fa né a chi le riceve". Il fatto è che l'argomento è estremamente complesso. Nella scuola, attualmente, è il cosiddetto organico di diritto  -  una pianta organica di previsione, calcolata in base alle iscrizioni degli alunni e al trend degli ultimi anni  -  a comandare tutte le operazioni. Su questa base si conteggiano i posti per le immissioni in ruolo, mentre le cattedre vacanti vengono assegnate ad altrettanti supplenti. Poi, a settembre, il ministero calcola le reali esigenze della scuola, elabora l'organico di fatto e assegna le eventuali cattedre in più ancora a supplenti.

L'organico funzionale  -  per reti di scuole, con tutta probabilità  -  dovrebbe assegnare ad un gruppo di istituti dello stesso grado un certo numero di docenti che tenga conto di tutte le esigenze: di insegnamento e delle eventuali supplenze. Una operazione che potrebbe fare ritornare in vita la defunta continuità didattica per le classi: avere lo stesso insegnante, compresi quelli di sostegno, per tutto il percorso scolastico. I docenti dell'organico funzionale, in altre parole, coprirebbero sia le ore di lezione "frontali" sia le supplenze, lunghe e brevi.

Ed è proprio questo il nodo che fa tremare i polsi a migliaia di precari. Per fare fronte alle esigenze delle scuole, oltre ai docenti di ruolo, si dovrebbe coinvolgere una parte dei precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbero ottenere incarichi non più annuali ma pluriennali: due o tre anni. E di conseguenza avvicinarsi al ruolo, visto che fino all'assunzione dell'ultimo supplente delle graduatorie provinciali si continuerebbe ad assegnare metà dei posti ai vincitori di concorso e l'altra metà ai precari delle liste ad esaurimento. Ma, con l'organico funzionale, l'utilità delle graduatorie d'istituto verrebbe meno e 400mila precari potrebbero rinunciare per sempre al loro sogno.

Sul merito dei docenti la ministra è stata chiara. "Chi fa di più prende più soldi" è l'idea di fondo dell'esecutivo. Ma la tanto temuta tripartizione tra docenti esperti, ordinari e senior sembra tramontare. Secondo alcune indiscrezioni, verrà portato avanti il criterio del tempo dedicato alla scuola -  chi più lavora più guadagna  -  oltre le ore di insegnamento e le funzioni ricoperte. Un meccanismo già utilizzato nella scuola. Ma è allo studio anche la revisione dei programmi scolastici, per adattarli al nuovo millennio, e la possibilità di maggiore autonomia per le scuole. Venerdì, verranno presentate le Linee-guida sulla scuola del governo.

Poi, si aprirà una fase di dibattito che andrà avanti per un paio di mesi. Poi il Governo tirerà le somme e procederà con i provvedimenti. A differenza di quanto accaduto negli ultimi anni questo "pacchetto scuola" non dovrebbe essere una misura a costo zero, ma un intervento coperto da un cospicuo stanziamento di risorse. Nei giorni scorsi Renzi ha parlato di un miliardo da prevedere nella legge di stabilità. Ma, sui temi contrattuali, i sindacati promettono battaglia. E si preannuncia un autunno caldo per la scuola.