Un milione di bambini e adolescenti in Italia perde soldi con slot e poker online
L’indagine sul gioco d'azzardo. Il 90% dei genitori non sa neanche cosa significhi il termine ludopatia. Non solo macchinette, anche scommesse e fantacalcio. E 400.000 bimbi fra i 7 e i 9 anni hanno già avuto una prima esperienza col gioco, puntando la propria paghetta.
E’ di qualche giorno fa la notizia che quasi un milione di ragazzini in Italia ha scommesso la propria paghetta su lotterie, bingo o giochi online. Eppure, come scrive, oggi La Stampa, ad attirare i giovanissimi non sono solo le più ‘classiche’ slot machine. Bambini e adolescenti italiani (fra i 10 e i 17 anni) giocano praticamente a tutte: scommesse, poker, fantacalcio. “Io e i miei amici andiamo nelle sale scommesse e puntiamo sulle partite. Una volta ho vinto 700 euro, l’altra insieme a due amici 400 euro. Come facciamo a entrare in una sala scommesse? Alcune volte non ci chiedono il documento, altrimenti chiediamo a un adulto di giocare per noi. Magari a uno dei lavavetri dei semafori. Gli diamo un paio di euro e il problema è risolto”, scrive Maria Combi, citando uno dei presunti mini-giocatori d’azzardo.
Texas Hold’em è la versione americana del poker, la Cadillac del poker, come dice Matt Damon in «The Rounders». «Basta iscriversi a un sito e dare una carta di credito. Io ho quella ricaricabile su cui mi mettono la paghetta o i regali di compleanno», spiega Leonardo. «E ci gioco dando i dati di mia madre».Lei se ne accorge? «E come potrebbe? Certo lo sa e mi fa la predica, una volta mi ha tolto tutte le cose elettroniche compreso il router del wi-fi, ma poi ha ceduto perché il computer mi serve per fare i compiti, e sul tablet ci sono i libri di testo».
I dati dell’indagine realizzata in Italia sul gioco nei minori, promossa dall’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss) sono allarmanti. Almeno 800.000 adolescenti italiani fra i 10 e i 17 anni che praticano gioco patologico e puntano soldi, ovvero il 20%, uno su 5. Ma la ludopatia affliggerebbe anche i più piccoli: addirittura 400.000 bimbi fra i 7 e i 9 anni avrebbero avuto esperienze scommettendo la paghetta dei genitori su lotterie, scommesse sportive e bingo. E il problema, indirettamente, riguarderebbe anche degli stessi mamma e papà: secondo i dati della ricerca, i genitori spesso sono ignari del fenomeno: uno su tre afferma di non ricordare o non sapere se i propri figli abbiano mai puntando soldi. Il 75 per cento dei genitori, secondo l’indagine, se cogliesse il proprio figlio con le mani in fallo – davanti ad una slot o al computer al poker online – riterrebbe necessario intervenire. Eppure il 90 cento, in base a quanto dichiara il campione costituito da mille genitori, non fa neanche di cosa si sta parlando col termine “ludopatia” e il 70 per cento non ha mai parlato dell’eventuale problema in famiglia.
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