Cittadino di Maio, per ora solo chiacchiere sui lobbisti in Parlamento
30 aprile 2014
Gentile Cittadino Di Maio,
vista la cortesia e il suo impegno torno a scriverle di (noi) lobbisti e cartellini.
vista la cortesia e il suo impegno torno a scriverle di (noi) lobbisti e cartellini.
Le confermo il sostegno per una diversa e trasparente gestione di accrediti e cartellini alla Camera dei Deputati, aggiungo anche che le proteste contro la vostra iniziativa sul tema dell’accesso ai giornalisti non hanno nulla a che vedere con la libertà di stampa. C’è più bisogno che mai di giornalisti alla Camera, ma quanti col tesserino da giornalista parlamentare fanno davvero i giornalisti? Quanti ex parlamentari e ex giornalisti fanno i lobbisti? Ribadisco altresì che, per svolgere bene il mestiere di rappresentare interessi, passeggiare nelle anticamere è meno importante che conoscere i problemi e saperli rappresentare.
Bene dunque regolamentare gli accessi, ma mi permetta di dirlo con la franchezza che è propria del suo movimento: “too little, too late”. Too late, troppo tardi perché dopo la indignazione di qualche mese fa mi aspettavo una decisione, visto il totale autogoverno della Camera. Credevo aveste già provveduto e che non fossimo ancora alla fase del “comitato” di un gruppo. Non la prenda per una posizione irrispettosa, ma siete voi a dover decidere con la Presidenza e con i questori. Quanti siete a decidere? Perché non l’avete ancora fatto?
Too little perché ormai la società della comunicazione sopravanza le istituzioni. Gli interessi sono ovunque e quasi tutti visibili. Chi voglia conoscere sa bene che ogni decisione o mancata decisione favorisce o meno interessi contrapposti, non solo un astratto cittadino. Non si scandalizzi per gli esempi che le farò, volutamente provocatori. Negli Usa persino il Ceo della Exxon si è dichiarato contro il Fracking sui terreni di sua proprietà , ma la sua compagnia difende, e lo shale gas ha garantito al paese l’autonomia energetica. La legittima lotta contro gli Ogm in Europa è sostenuta dagli ambientalisti, ma conviene alle aziende produttrici di pesticidi chimici. Nulla è neutrale e in una società complessa è bene che i cittadini sappiano vantaggi e svantaggi delle scelte e chi le sostiene.
La persona che avete allontanato dal Parlamento era un consulente della Camera che faceva un altro mestiere sostenendo interessi di alti dirigenti, non di una compagnia privata. Insomma i cartellini sono responsabilità vostra immediata, ma, la regolamentazione della attività di lobbying è stata più volte evocata e promessa. Ce n’era persino una in atto ed è stata colpevolmente cancellata al ministero dell’Agricoltura. Fatela questa legge più che parlarne, altrimenti avranno ragione quelli che pensano che dietro alla retorica dei lobbisti cattivi ci sia l’incapacità a fare passi avanti concreti e l’inconfessata volontà di chiudere le porte della Politica non solo ai cittadini, ma alla realtà e alle competenze della società.
Naturalmente leggi più semplici, meno invasive, e decisioni più rapide e trasparenti (perché non pubblicate i pareri riservati alle commissioni parlamentari?) sarebbero la vera rivoluzione eliminando dal campo i lobbisti del caos, i “lobbisti col sito degli altri” che ahimé vi sono più vicini di quanto crediate. Sostengo le vostre premesse dunque, ma attendo che ci siano conseguenze pratiche.
Massimo Micucci
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Massimo Micucci
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