Il decreto il 13 giugno
Renzi, riforma della PA: "Si cambia ma non contro i lavoratori"
Una riforma aperta alla discussione, spiega il premier, basata su tre pilastri: capitale umano, tagli agli sprechi e open data per "premiare la bella gente e stangare i fannnulloni". Dirienti senza incarico licenziati, enti accorpati, massimo 40 prefetture e permessi sindacali dimezzati
Una riforma che il premier definisce "aperta alla discussione", il disegno di legge - che il premier preferisce- arriverà infatti il 13 giugno. "Vorrei evitare un decreto per la
riforma della Pubblica amministrazione ma vedremo in che forma portare il provvedimento nel consiglio dei ministri del 13 giugno". Ha poi spiegato "Se avessimo presentato oggi il disegno di legge delega e il decreto conseguente avremmo avuto le polemiche tipiche della campagna elettorale". Una discussione a cui parteciparanno anche i dipendenti. 40 giorni per inviare idee e suggerimenti all'indirizzo mail rivoluzione@governo.it.
"Se la Pa non la cambiamo rimaniamo un Paese impantanato ma noi crediamo che riusciremo a farlo".
Tre i punti della riforma: capitale umano e innovazione, tagli agli sprechi e alle strutture non necessarie e open data come strumento di trasparenza. La filosofia alla base della riforma, spiega il premier é "che c'è un sacco di bella gente che lavora nella Pubblica Amministrazione che va premiata e ci sono alcuni fannulloni che vanno stangati".
Dirigenti
Tra le novità la possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico oltre un determinato termine e l'introduzione del ruolo unico della dirigenza. " È molto importante - ha spiegato il Ministro Madia - unire il ruolo unico al fatto che la carriera sarà portata avanti per incarichi e non per fasce. Questo diventa fondamentale per le retribuzioni, ma anche che la valutazione che verrà fatta durante la carriera".
Non c'è il tema degli esuberi ha sottolineato "La Pa italiana ha una media tra lavoratori e cittadini uguale a quella di altri paesi Ue". E sul tetto massimo degli stipendi " Nella discussione politica di questi giorni ci sono state alcune anticipazione che sono diventate tavole della legge, come il fatto che noi avremmo detto che tagliamo gli stipendi. Noi abbiamo detto che avremmo messo un tetto massimo a 240mila euro". Di prepensionamenti e ringiovanimento selettivo ha parlato il Ministro Madia: "l'obiettivo è sbloccare al massimo il turnover in modo strategico, con entrate selettive per le amministrazione che ne necessitano". Ma prima dei prepensioanemnti, dice, ci sono altre cose da fare come "'abrogazione dell'istituto di trattenimento in servizio" che libererebbe 10mila posti per i giovani.
Il premier ha parlato poi della riduzione dei permessi sindacali, che verranno dimezzati.
Enti accorpati
Con lo Sforbicia Italia ci saranno "tagli agli sprechi con la riorganizzazione strategica della ricerca pubblica, aggregando 20 enti che svolgono funzioni simili: una rivoluzione pazzesca".
Verranno ridotte le Prefetture, "non saranno più di 40", nei capoluoghi di regione e nelle zone strategiche. "Prefettura, ragioneria dello stato, la sede di tutti gli enti del
governo, sai quanto risparmi?" ha detto il Presidente del Consiglio.
Saranno poi accorpate le sovrintendenze e la gestione manageriale dei poli museali. Tra gli altri provvedimenti alla lotta agli sprechi l'accorpamento di tutte le scuole di formazione della Pubblica Manifestazione in un'unica scuola. Il premier ha parlato di una "centrale unica per gli acquisti delle forze di polizia e di accorpare l’Aci, il Pra e la Motorizzazione civile".
La riforma della pubblica amministrazione prevede "eliminazione dell'obbligo per le
aziende di iscriversi alla camera di commercio". Rimane ancora da affrontare il tema delle ottomila municipalizzati aggiunge il premier "un tema che ci rimane sul collo".
Pin
Nella riforma della Pa è prevista "l'introduzione del Pin del cittadino: oggi la pubblica
amministrazione parla 13 linguaggi diversi, noi vogliamo che parli un'unica lingua e che lavora su tutto". Il progetto prevede l'introduzione di un unico codice per accedere ai servizi pubblici al cittadino
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