Imprese, il saldo è negativo: -24mila
Migliora il primo trimestre 2013 chiuso con -31mila. Tengono società di capitale.
Chiude ancora in rosso il sistema delle imprese italiane ma riprende un pò di fiato rispetto allo scorso anno. Il saldo del primo trimestre 2014 registra un calo di 24.490 imprese, con una decisa inversione di tendenza rispetto al 2013, quando all’appello ne mancarono oltre 31mila.
Sono i dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane rilevati da Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta per Unioncamere da InfoCamere. Sul risultato ha influito, in particolare, il rallentamento delle cancellazioni (10mila in meno rispetto al primo trimestre del 2013 pari al 6,7%), che ha compensato il lieve calo delle iscrizioni (-3mila, pari al 2,7%). Dal punto di vista delle forme giuridiche, il contributo positivo più consistente al saldo è venuto dalle imprese costituite in forma di società di capitali (+9.387).
LA MAPPA: SOLO IL LAZIO E’ STABILE. A livello geografico, ad eccezione del Lazio rimasto stabile, tutte le Regioni hanno saldi negativi, con in testa Friuli Venezia-Giulia (-1,17%), Marche (-0,81%) e Piemonte (-0,78%). Tra i settori, saldi positivi unicamente nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+1.817 unità), assistenza sociale (+332) e nella fornitura di energia (+213).
I dati indicano anche un aumento del 22% dei fallimenti rispetto al trimestre 2013, che riguarda tutte le forme societarie, capitale (+22,6%), persone (+23,5%) e individuali (+25%). Pur continuando ad avere un trend negativo, i dati Unioncamere indicano un miglioramento del saldo dei tre settori più più consistenti dell’economia, costruzioni (-0,98% contro -1,40%), commercio (- 0,45% contro -0,59%) e attività manifatturiere (-0,65% contro -0,88%).
”La riduzione delle chiusure è un segnale positivo per le imprese che cominciano ad avvertire un cambiamento e cercano di cogliere le opportunità di rilancio dei consumi”, commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, nel rilevare però l’incertezza del quadro complessivo. ”I provvedimenti economici in via di definizione – conclude – devono restituire fiducia a chi vuole scommettere sull’impresa; le riforme allo studio devono essere fatte con urgenza, bene e per durare. Agli imprenditori più che gli incentivi, servono norme più stabili e più semplici, solo così si torna ad avere fiducia e dunque a investire, a creare occupazione e a crescere”.
Sono i dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane rilevati da Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta per Unioncamere da InfoCamere. Sul risultato ha influito, in particolare, il rallentamento delle cancellazioni (10mila in meno rispetto al primo trimestre del 2013 pari al 6,7%), che ha compensato il lieve calo delle iscrizioni (-3mila, pari al 2,7%). Dal punto di vista delle forme giuridiche, il contributo positivo più consistente al saldo è venuto dalle imprese costituite in forma di società di capitali (+9.387).
LA MAPPA: SOLO IL LAZIO E’ STABILE. A livello geografico, ad eccezione del Lazio rimasto stabile, tutte le Regioni hanno saldi negativi, con in testa Friuli Venezia-Giulia (-1,17%), Marche (-0,81%) e Piemonte (-0,78%). Tra i settori, saldi positivi unicamente nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+1.817 unità), assistenza sociale (+332) e nella fornitura di energia (+213).
I dati indicano anche un aumento del 22% dei fallimenti rispetto al trimestre 2013, che riguarda tutte le forme societarie, capitale (+22,6%), persone (+23,5%) e individuali (+25%). Pur continuando ad avere un trend negativo, i dati Unioncamere indicano un miglioramento del saldo dei tre settori più più consistenti dell’economia, costruzioni (-0,98% contro -1,40%), commercio (- 0,45% contro -0,59%) e attività manifatturiere (-0,65% contro -0,88%).
”La riduzione delle chiusure è un segnale positivo per le imprese che cominciano ad avvertire un cambiamento e cercano di cogliere le opportunità di rilancio dei consumi”, commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, nel rilevare però l’incertezza del quadro complessivo. ”I provvedimenti economici in via di definizione – conclude – devono restituire fiducia a chi vuole scommettere sull’impresa; le riforme allo studio devono essere fatte con urgenza, bene e per durare. Agli imprenditori più che gli incentivi, servono norme più stabili e più semplici, solo così si torna ad avere fiducia e dunque a investire, a creare occupazione e a crescere”.
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