Quando Piero Pelù incontrò Licio Gelli
Finora a incontrare Licio Gelli, tra Matteo Renzi e Piero Pelù, è stato solo il rocker. Era il 1995. Pelù, allora leader dei Litfiba e del rock italiano, decise di fare una sorpresa a Villa Wanda, storica dimora in provincia di Arezzo del capo della P2.
«Pensai: perchè non partire con la nostra telecamera per andare a cercarlo? Nessuno sapeva dove abitasse, ma l'idea di cercare qualcuno che molto probabilmente ci avrebbe scatenato contro un canile di pitbull, ci elettrizzava», racconterà Pelù nella sua autobiografia.
Il rocker arriva davanti alla casa delVenerabile accompagnato dal fotografo Alex Maioli, che qualche mese prima ha fotografato il giornalista autore della biografia di Gelli. Suona alla villa e fa il suo nome. Funziona. Dopo un quarto d'ora di attesa, si aprono i cancelli. «Comparve il venerabile. Chiese di non essere ripreso, ma concedette il permesso di riprendere un suo ritratto...»
Il leader rock si siede di fronte al leader della massoneria. Non se la sente di attaccarlo subito: «Accidenti, quando si dice la buona educazione...», racconterà tempo dopo al Corriere della Sera. «Cercai di ritrovare subito la calma. E per rompere il ghiaccio chiesi a Gelli se praticasse qualche sport». Risposta? «Mi disse che sport ne ha fatto abbastanza durante la guerra di Spagna».
Pelù chiede a Gelli di Andreotti(definito dal Venerabile «una bravissima persona?) e di Berlusconi(«Non gli hanno dato abbasta tempo per agire»). Poi non resiste e gli domanda «chi farà il prossimo colpo di Stato». Gelli, stando al racconto di Pelù, salta sulla sedia: «Mi fulminò con lo sguardo : "Colpo di Statoooooo?". Piu' volte ripetè che lui non ha più tra le mani la "sfera", come una volta».
L'incontro dura in tutto un quarto d'ora. Il rocker esce da villa Wanda soddisfatto. Stringe la mano al vecchio che ha di fronte. Però, scherzerà anni dopo, «rifiutai le caramelle che mi offrì...».
«Pensai: perchè non partire con la nostra telecamera per andare a cercarlo? Nessuno sapeva dove abitasse, ma l'idea di cercare qualcuno che molto probabilmente ci avrebbe scatenato contro un canile di pitbull, ci elettrizzava», racconterà Pelù nella sua autobiografia.
Il rocker arriva davanti alla casa delVenerabile accompagnato dal fotografo Alex Maioli, che qualche mese prima ha fotografato il giornalista autore della biografia di Gelli. Suona alla villa e fa il suo nome. Funziona. Dopo un quarto d'ora di attesa, si aprono i cancelli. «Comparve il venerabile. Chiese di non essere ripreso, ma concedette il permesso di riprendere un suo ritratto...»
Il leader rock si siede di fronte al leader della massoneria. Non se la sente di attaccarlo subito: «Accidenti, quando si dice la buona educazione...», racconterà tempo dopo al Corriere della Sera. «Cercai di ritrovare subito la calma. E per rompere il ghiaccio chiesi a Gelli se praticasse qualche sport». Risposta? «Mi disse che sport ne ha fatto abbastanza durante la guerra di Spagna».
Pelù chiede a Gelli di Andreotti(definito dal Venerabile «una bravissima persona?) e di Berlusconi(«Non gli hanno dato abbasta tempo per agire»). Poi non resiste e gli domanda «chi farà il prossimo colpo di Stato». Gelli, stando al racconto di Pelù, salta sulla sedia: «Mi fulminò con lo sguardo : "Colpo di Statoooooo?". Piu' volte ripetè che lui non ha più tra le mani la "sfera", come una volta».
L'incontro dura in tutto un quarto d'ora. Il rocker esce da villa Wanda soddisfatto. Stringe la mano al vecchio che ha di fronte. Però, scherzerà anni dopo, «rifiutai le caramelle che mi offrì...».
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