Beppe Grillo: campagna elettorale nei luoghi simbolo della sinistra (vecchia e nuova) cercando di esasperare lo scontro con Renzi
Pubblicato: 29/04/2014 16:58 CEST | Aggiornato: 29/04/2014 16:58 CEST
"Renzi ha già perso, ha solo bluffato clamorosamente in tutti questi mesi". Beppe Grillo lascia l'assemblea dei soci del Monte dei Paschi di Siena consegnando ai giornalisti queste parole. Il connubio tra l'attacco al premier e la cornice di uno dei luoghi simbolo della sinistra italiana rende bene la cifra di una campagna elettorale studiata nei minimi dettagli.
Il comun denominatore è il Partito democratico. È sui segni e sui simboli della storia del centrosinistra italiano che il leader del Movimento 5 stelle sta giocando le proprie carte. La strategia l'ha spiegata Gianroberto Casaleggio qualche settimana fa ad un gruppo di imprenditori: "Le prossime europee saranno una sfida tra noi e il Pd. L'obiettivo è quello di evidenziare che il confronto futuro della politica italiana sarà quello tra il Movimento e il Partito democratico".
Detto, fatto. Mentre Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si inseguono sul piccolo schermo in un gioco che non sembra più dare i risultati di una volta, Grillo consuma le suole delle scarpe, batte l'Italia in lungo e in largo cercando il contatto con la folla. Una tattica consolidata, che ha reso i suoi massimi frutti durante lo Tsunami tour delle elezioni politiche. L'elemento di novità è costituito dalle scenografie scelte dal leader stellato per arringare alla sua gente.
Le ultime hanno una storia profonda e stratificata, collegata alla storia italica dell'operaismo e della sinistra più tradizionale: oggi è toccato alla banca che Piero Fassino definiva come propria, secoli di tradizione in una delle zone più rosse del Belpaese. Ieri è stato il turno delle acciaierie di Piombino, terra da tempo dimenticata delle cronache nazionali. Ma il percorso è iniziato nella Genova degli autoferrotranvieri, uno delle 'sacche rosse' di un nord-ovest per decenni tinto d'azzurro, dei quali l'ex comico ha condiviso la protesta senza palchi, senza comizi, mescolandosi tra i loro striscioni.
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Ma nei mesi scorsi Grillo ha battuto il terreno del nuovo Pd in salsa renziana,andando a sfidare il premier prima nella sua Firenze, tra i padiglioni della moda, poinei cantieri dell'Expo, quella che dovrebbe diventare di qui a pochi mesi la cartina tornasole del governo del fare.
Il leader stellato ha voluto piantare bandierine nel panteon geografico della sinistra vecchia e nuova ("La peste rossa", sfidandola a casa sua con un armamentario retorico borderline. Da un lato i temi verdi di un'economia sostenibile, che abbandoni gli altiforni e la combustione del petrolio e del carbone, e di una sopravvivenza delle classi più deboli legata ad un reddito (quello di cittadinanza) slegato dalla "schiavitù del lavoro". Dall'altro, soprattutto, gli adagi tradizionali di una centrodestra in grande difficoltà: dalla critica a Giorgio Napolitano quale tessitore occulto di processi democratici tutt'altro che trasparenti, alla necessità del sostegno al mondo della piccola e media impresa. Passando per un antieuropeismo marcato che mira a mettere in discussione i trattati comunitari "imposti dai poteri forti" e individua nelle politiche tedesche di austerità la madre di tutti i mali della perdurante crisi economica.
Grillo coltiva pazientemente e con intelligenza il disegno ambizioso di sostituirsi a Silvio Berlusconi come uno degli elementi cardini del bipolarismo all'italiana. La sua retorica abbonda di attacchi frontali al premier e al suo partito,e cita solo marginalmente "il condannato". Una sfida a 360°, nel tentativo di esasperare lo scontro con Renzi e di drenare quella larga fetta di elettorato deluso da una destra italiana che vive un momento di grande crisi.
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Così, se Casaleggio continua ad alimentare un rapporto privilegiato con il mondo della piccola e media impresa del nord (previsto a maggio un incontro con un gruppo di imprenditori in Brianza, messo in discussione dalla malattia del guru), il suo sodaleha fatto la sua comparsa a Sanremo, Olimpo della cultura nazionalpopolare, e ha voluto tenere al suo fianco sia la moglie di un uomo che si diede fuoco dopo aver ricevuto una cartella di Equitalia sia un artigiano che rischia di vedersi pignorata la casa: "Verremo a fare da scudi umani", ha promesso.
Un'operazione camaleontica, che punta da un lato a riempire lo spazio di un'opposizione altrimenti assai blanda per la compartecipazione del Cavaliere alle riforme, dall'altro a riallacciare (a modo suo) il contatto della politica con un mondo composto da partite Iva, classe media e operatori del settore primario, orfano della baldanza di berlusconi (e della Lega) delle origini.
Complicato che porti a una vittoria alle urne di maggio. Ma se il M5s si attestasse su percentuali anche di poco inferiori a quelle dello scorso febbraio, il suo leader avrà il merito di essere riuscito a radicare un movimento che appena un anno fa appariva come fatto quasi unicamente di pura, estemporanea e volatile protesta.